Non un dogma ma un obbligo sancito cinquecento anni fa dal “Concilio di Trento” e da cento anni incluso formalmente nel diritto canonico; un argomento “spinoso” sin dall’inizio e divenuto ora più che mai scottante in una Chiesa Cattolica che si trova a fare i conti con una società sempre più laicizzata e povera di vocazioni sacerdotali. Il celibato ecclesiastico, con i conflitti interiori e le conseguenze spesso ipocrite che nei secoli ha determinato, è il tema attorno cui ruota il prossimo incontro culturale organizzato dall’associazione “Arte&Cultura a Taormina”, presieduta da MariaTeresa Papale. Un fuori-programma impegnativo e di prestigio che vede la giornalista Milena Privitera trasferire per l’occasione il “Caffè Letterario” di “SPAZIO al SUD”, di cui è brillante conduttrice, dall’elegante sala “Le Naumachie” dell’Hotel Isabella – sede ufficiale della rassegna letteraria – alla blasonata “Sala Saffo” del Palazzo Duchi di S. Stefano, sede della Fondazione Mazzullo, per presentare martedì 9 giugno il libro di Padre Léon Laclau “Per amore di una donna… Escluso dalla Chiesa”. Il racconto, dai toni accorati ed in forma di diario, è una sofferta testimonianza umana e spirituale di un uomo, sacerdote dell’ordine religioso dei preti di Bétharram, che munito di penna e dotato di grande coraggio descrive con semplicità e franchezza il suo vivere quotidiano tra le alture e le campagne dei Pirenei francesi, immerso e partecipe della vita della comunità di cui è amato parroco, che ama, riamato, una vedova con tre figli. Da più di vent’anni. Figlio della fiera terra Basca – dotata di cultura e tradizioni a sé stanti dalla forte carica identitaria – il piccolo Léon, di condizioni modeste, rimasto orfano di padre a poco più di due anni e con una madre che si trova costretta a provvedere ad altri cinque figli con un lavoro lontano da casa, frequenta da semi- interno la scuola elementare dei preti dell’ordine religioso di Bétharram dove impara non senza fatica il francese, ricongiungendosi con la famiglia solo nei fine settimana. Questo sin quando, all’età di dieci anni, un professore della scuola, un religioso, non propone alla madre di fargli proseguire gli studi nel seminario di Bétharram, convinto che il ragazzino “abbia le qualità per diventare prete”. E così, passando da un istituto religioso al seminario, Léon Laclau intraprende il percorso che, gradino dopo gradino, dopo aver pronunziato i voti di povertà, obbedienza e castità, lo porterà a 29 anni ad essere ordinato prete dell’ordine religioso di Bétharram. Un prete che non limita ai riti ed alla cerimonie in chiesa le cure del suo ministero ma che, pompiere volontario, giocatore di rugby della squadra locale, animatore della comunità parrocchiana e dei movimenti legati all’Azione cattolica, partecipa attivamente alla vita sociale “nel mondo fuori chiesa”, organizzando attività culturali, sportive, umanitarie a stretto contatto con l’ambiente rurale in cui vivono i suoi parrocchiani. Un prete che una sera ha il difficile compito di portare il conforto della Fede in una casa sconvolta dal dolore, dove Marga, una giovane donna con tre figli piccoli ha appena ricevuto da Parigi la tremenda notizia della morte improvvisa dell’amato marito, Pierre. Nessuno in quel momento può esserne ovviamente cosciente, ma quella è la sera in cui la vita di Padre Léon prende una svolta, con effetti imprevisti ed imprevedibili nel futuro. Perché Marga è la donna di cui piano piano, mese dopo mese, anno dopo anno, Padre Lèon s’innamorerà, amandola di un amore completo e totale “fatto di affetto, tenerezza e forza” ma percorso da profondi sensi di colpa, sia nei confronti della Chiesa, sia nei confronti della compagna, “privata di una felicità alla luce del sole”. Una storia che dura da quasi trent’anni, dapprima in totale segreto e, dopo, con una convivenza di fronte agli occhi di tutti, che rende padre Léon ancora più attento ai problemi ed alle difficoltà di vita dei suoi parrocchiani, che lo rende “padre” affettuoso di tre orfani, e con una comunità di fedeli della parrocchia che, apprezzando l’umanità del pastore di anime, utilizza anche i media per ribellarsi e stringersi a lui solidale quando le autorità ecclesiastiche gli impongono la scelta tra l’”esilio”, solitario, in Costa d’Avorio o l’espulsione dalla Chiesa. Un vero e proprio aut-aut, arrivato improvvisamente dopo anni di conoscenza della situazione da parte dell’establishment curiale. Padre Léon decide di rimanere in Francia, accanto alla sua Marga, e viene espulso dalla Chiesa. “…In tutti questi anni lungi dall’allontanarmi dal mio lavoro di prete, (Marga) mi ha sostenuto e incoraggiato col suo entusiasmo, con la sua visione del mondo e della Chiesa, con la sua fede!” – sottolinea Padre Léon nel suo libro – “Perchè questo doloroso obbligo del celibato? Il matrimonio dei preti non può che giovare all’esercizio del loro sacerdozio. La solitudine non incita alla fraternità… Si può essere prete e avere una vita di coppia, una vita familiare. L’amore umano non può fare ombra all’amore del Cristo e della sua Chiesa”.
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