‘Per certi versi’, approda a Cagliari la grande poesia

Conoscersi a fondo attraverso la poesia è lo scopo di ‘Per certi versi’, la due giorni organizzata dall’Associazione culturale ‘Il Grimorio delle arti’, con la collaborazione della compagnia teatrale ‘Il Crogiuolo’ e della Libreria Murru,  domani 16 e domenica 17 gennaio, nella Fucina Teatro Ex Vetreria di Cagliari. Dieci ospiti provenienti da tutta la Penisola porteranno a Cagliari le loro esperienze per far riscoprire alla città la funzione introspettiva del genere più armonico della nostra tradizione letteraria. E nel farlo saranno guidati dai testi e dagli autori che costituiscono tanto il canone occidentale quanto quello orientale. Domani  pomeriggio, dalle 16, sarà all’insegna di ‘Poesia e spiritualità’ e il sipario si alzerà sulle origini primitive del linguaggio poetico, sulla ritualità della forma che tratterà la marchigiana Franca Mancinelli; per poi passare alla nota voce bresciana di Franca Grisoni, che rileggerà il Cantico dei Cantici. Andrea Ponso, ferrato esegeta biblico, si occuperà di mistagogia, ovvero del lirismo che introduce al mistero, alla realtà sacra. Proseguirà Gabriele Semino con un ritratto di Etty Hillesum, l’intensa scrittrice ebrea olandese morta ad Auschwitz. Allora sarà la volta di Boucar Wade, il giovane poeta cagliaritano d’adozione che proviene da Dakar, capitale del Senegal. Il trentenne musulmano racconterà il vissuto di chi appartiene alla confraternita dei Sufi Mouridiani, coloro che desiderano la luce. In un periodo in cui il fondamentalismo islamico sta concretizzando il terrore in giro per il mondo, sarà la sua testimonianza a trasmettere un deciso messaggio di pace e di coesione, specialmente immerso nella diversità culturale. Sarà la prima edizione di una manifestazione che impiega la letteratura per rinsaldare le coscienze. Un evento che intende ripetersi di anno in anno, rappresentando più culti religiosi possibili, dal cattolicesimo all’Islam, dall’Ebraismo alla spiritualità laica, andando a dissotterrare quelle radici comuni che trovano nella poesia il loro mantra, la loro preghiera. Infine concluderà la prima giornata il bolognese Gianfranco Bertagni, focalizzandosi su abbandono e presenza; d’altronde, fu Emily Dickinson a scrivere che l’acqua l’insegna la sete, che l’assenza ripetutamente invocata è la rivelazione più acuta di presenza. La domenica mattina, dalle 11, dopo l’excursus di Vito Bonito sulle soglie medianiche, tra il visibile e l’invisibile, non a caso Silvio Raffo riprenderà la trasparenza del buio della Dickinson, la medesima che ha ispirato tante penne contemporanee, la metrica religiosa che la reclusa inglese applicava per appartenere a un disegno superiore. La seconda e ultima mattinata metterà quindi a fuoco ‘Poesia e medianità’. Un’espressione spesso fraintesa, ha motivato Valentina Neri, ideatrice del festival insieme a Rossana Abis, Francesca Demuru e Rita Atzeri, perché comunemente è tenuta lontana dalla poesia. In tale frangente il poeta è profeta, spaziando dalla cecità omerica che spalanca gli orizzonti interiori alla tensione laica di Giovanni Pascoli. Amelia Rosselli, ad esempio, dopo una notte di scrittura conservava al suo risveglio solo ciò che non capiva. A seguire, ancora Bertagni approfondirà la possessione poetica nel simbolista Elémire Zolla, sino al giovane critico Diego Conticello, che confronterà la Sicilia nei versi di Lucio Piccolo, cugino di Tomasi di Lampedusa, con l’isolamento di Bartolo Cattafi. A concludere la giornata sarà il musicista Andrea Andrillo, celebre in Canada e negli Stati Uniti per aver arrangiato le visioni di William Blacke e le ballate soprannaturali dell’irlandese Yeats. La moderazione degli incontri sarà dello scrittore e saggista Gianni Marilotti (Premio Calvino 2003).

 

 

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