L’ira di Grillo: Chi ha votato Pd-Pdl condanna il paese

Beppe Grillo scrive. Lo fa all’indomani del risultato elettorale delle amministrative. Il suo movimento non ha retto. Una sconfitta da nord a sud. Il simbolo del Movimento 5 Stelle non comparirà in nessun ballottaggio nei comuni chiamati a scegliere il sindaco il prossimo 9 giugno. Il successo di Parma non è stato bissato. Per ora resta una piccola, anche se importante meteora. Il voto di maggio ha portato poche soddisfazioni e tante delusioni. Un crollo verticale che mette i grillini davanti ad una dura realtà. Saranno in grado di recuperare il terreno perduto?  Nell’analizzare il voto delle amministrative Beppe Grillo accenna ad ‘errori’ ma, per non perdere mordente sui ‘cittadini’, pone immediatamente l’accento su quell’antipolitica, sul quel cambiamento che non sarebbe stato compreso da milioni di elettori che, nello scegliere il sindaco di qualsiasi città o paese italiano, non hanno incarnato il mantra del MoVimento preferendo una Italia ‘consociativa’. “Capisco – si legge sul suo blog-  chi ha mantenuto la barra dritta e premiato i partiti che succhiano i finanziamenti pubblici e non chi li ha restituiti allo Stato. Vi capisco. Il vostro voto è stato pesato, meditato”. E poi, ammonendo coloro che non avrebbero nell’urna premiato i cinque stelle, scrive “l’Autunno Freddo è vicino e forse, per allora, l’Italia A (composta da chi vive di politica, 500.000 persone, da chi ha la sicurezza di uno stipendio pubblico, 4 milioni di persone, dai pensionati, 19 milioni di persone ) capirà che votando chi li rassicura, ma in realtà ha distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno. Vi capisco, avete fatto bene”. Ma su quegli errori di cui parla Grillo, il MoVimento deve fare un serio esame di coscienza. Un punto di partenza può essere rappresentato da una considerazione giusta e scontata del prof. Paolo Becchi sul blog dell’ex comico genovese. “Non c’è nessun rapporto tra le consultazioni politiche nazionali e le elezioni locali”. Ed infatti in periferia si seguono logiche diverse perché il voto, in quanto comunale, è vicino alla realtà quotidiana. Una realtà che, alla luce dei risultati elettorali, non è stata presa in considerazione nello scegliere i candidati a sindaco e al consiglio comunale. Chi vota nel piccolo comune vuole guardare in faccia il candidato e conoscere i programmi. Un MoVimento che sceglie candidati anonimi che alzano la voce contro la Casta possono trovare fortuna in una consultazione politica nazionale, come avvenuto a febbraio. Ma possono risultare inadatti per un voto locale incentrato anche sulla personalizzazione nella scelta di un sindaco. Occorrerebbero dei filtri ulteriori, diversi, migliori per conquistare una fascia tricolore che non sia solo figlia della protesta. In periferia le esigenze localistiche sono, a volte, troppo lontane e distanti da quelle romane. I programmi devono essere in linea con le problematiche presenti del comune dove si vota inserite, naturalmente, in un contesto geografico-politico indubbiamente più esteso. Come in Parlamento ora, anche in tutte le città dove sono state presentate liste stellate alle elezioni amministrative, il MoVimento è chiamato alla prova del nove per non perdere quella forza propulsiva che ne ha fatto la sua fortuna.
Eugenio Bernardo

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