Per votare entro la fine di settembre, la cosiddetta finestra elettorale si chiude il 31 luglio.
Scioglimento delle Camere, consultazioni, comizi elettorali. I punti cardinali per orientarsi nel mare dell’eventuale crisi di governo non mancano e l’AdnKronos li ha messi insieme. Con un riferimento importante da tenere fermo sulla bussola: la manovra, che rischia di dettare tutti tempi di un possibile naufragio del governo Conte. A fornire il ‘timing‘ è un mix tra leggi, prassi e ovviamente la Costituzione. Il tempo minimo che deve intercorrere tra crisi e nuove elezioni è di 45 giorni, il massimo 70. In realtà, il vero numero di riferimento è un altro: 60. Sono i giorni che, secondo le consolidate esperienze del passato, servono per gli adempimenti per consentire il voto degli italiani all’estero. Quindi, due mesi secchi dalla crisi alle urne. In mezzo, alcuni passaggi chiave.
Si parte con lo scioglimento delle Camere, che può essere fatto dal capo dello Stato dopo aver verificato, con le consultazioni, che non ci siano maggioranze in Parlamento su nessun tipo di governo. Quindi, il capo dello Stato potrà indire nuove elezioni e e convocare i comizi elettorali (i questo caso serve un decreto del presidente della Repubblica su delibera del Cdm). A parte questo, bisogna poi tenere conto di una variabile imprevedibile che scatta solo dopo il voto: la durata delle trattative per formare il governo. Per avere quello in carica sono serviti circa tre mesi.
Calendario alla mano, e ragionando sui 60 giorni, per votare il 22 settembre bisognerebbe quindi sciogliere le camere in questo week end. E così via per le altre possibili date autunnali: alle urne il 29 settembre con scioglimento entro il 31 luglio; il 6 ottobre con scioglimento entro il 5-6 agosto; il 13 ottobre con scioglimento a Ferragosto. E stop. Perchè da qui in poi entra in gioco la questione manovra.
A metà ottobre, infatti, la manovra va presentata alla Commissione europea. Le dilazioni sono sempre possibili, ma votare il 20 ottobre (con scioglimento delle Camera subito dopo Ferragosto) aprirebbe uno scenario rischioso proprio per i conti dello Stato. Perchè si allungherebbe l’ombra dell’esercizio di bilancio provvisorio. Come ci si potrebbe arrivare? I tempi li detta la sessione di Bilancio in Parlamento. Entro fine settembre il governo deve presentare alle Camere la nota di aggiornamento al Def. A metà ottobre bisogna, appunto, inviare a Bruxelles il Documento di bilancio, in sostanza la struttura della legge di Bilancio. Entro il 20 ottobre, poi, il governo presenta alle Camera la legge di Bilancio. Al 31 dicembre, la legge va approvata. Altrimenti, scatta l’esercizio provvisorio che consente solo le spese ordinarie e comporta, per esempio, il via alle clausole di salvaguardia (aumento dell’Iva, su tutte). Ci sono diversi precedenti (oltre 30) di esercizio provvisorio. Le ultime volte, però, risalgono a 30 anni fa con Craxi (’86) e Goria (’88).