Dal 13 agosto sarà più difficile per le aziende assumere personale. E non solo, visto che la misura riguarda anche le famiglie, con collaboratori domestici e badanti. Sarà dunque anche più difficile trovare lavoro. Questi gli effetti di un provvedimento il cui scopo dovrebbe in realtà essere quello di semplificare le procedure di assunzione, il decreto trasparenza. Per cui dal mondo dalle organizzazioni di settore e dai consulenti del lavoro arriva l’appello per un rinvio. Troppi gli obblighi burocratici previsti dalla misura, che rischiano di rallentare e intasare gli uffici delle risorse umane e i Caf, e di conseguenza fermare le assunzioni stesse.
Cosa prevede il decreto trasparenza e perché aiuta i lavoratori
Il provvedimento, che recepisce le direttive dell’Unione Europea in materia, nasce con lo scopo di tutelare i dipendenti, imponendo ai datori di lavoro di fornire tutte le informazioni, con chiarezza, sulle condizioni del lavoro. L’obiettivo è dunque quello di prevenire situazioni di sfruttamento e zone grigie in cui le aziende e le famiglie tengono il coltello dalla parte del manico.
La platea è molto ampia. Sono infatti compresi tutti i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminati e determinato, compreso il parti time, del settore privato e del pubblico, i titoli con contratto di lavoro somministrato, intermittente, di prestazione occasionale, di collaborazione. Sono inclusi i lavoratori del settore agricolo, i marittimi e i collaboratori domestici, come colf e badanti.
Il datore di lavoro è tenuto dal 13 agosto a comunicare al lavoratore, in formato cartaceo o elettronico, ulteriori informazioni rispetto a quelle previste finora dalla legge.
- L’dentità delle parti, anche quella del co-datore se presente.
- Il luogo di lavoro.
- La sede o il domicilio del datore.
- L’inquadramento, il livello e la qualifica del lavoratore.
- La data dell’inizio del rapporto di lavoro e quella di fine se questo è a termine.
- La tipologia del rapporto di lavoro.
- L’importo iniziale della retribuzione, o il compenso e i relativi elementi costitutivi, con l’indicazione del periodo e della modalità di pagamento.
- La durata del periodo di prova, dove previsto.
- Il diritto a ricevere la formazione erogata dal datore di lavoro, se prevista.
- La durata dei congedi per ferie e altri congedi retribuiti.
- La programmazione dell’orario normale di lavoro, le eventuali condizioni relative al lavoro straordinario e dei cambiamenti di turno.
- La procedura, la forma e i termini del preavviso in caso di recesso del datore di lavoro e in caso di recesso del lavoratore.
- L’indicazione degli istituti previdenziali e assicurativi, come l’Inps, che ricevono i contributi versati.
Perché è richiesta una moratoria al decreto trasparenza
Il cambio di rotta riguarda non solo le nuove assunzioni, ma tutti i contratti firmati a partire dal primo agosto, per i quali gli interessati possono richiedere tutte le informazioni al dettaglio, con obbligo di risposta da parte del datore di lavoro entro 60 giorni, pena pesanti sanzioni.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha per questo chiesto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al suo numero uno Andrea Orlando di prevedere un periodo transitorio per l’entrate in vigore dei nuovi obblighi informativi per i datori di lavoro pubblici e privati e, la sospensione delle multe previste in caso di inadempimento. Il rischio è infatti quello di paralizzare non solo gli uffici privati, ma anche quelli pubblici e i Caf, tra l’altro a ridosso delle ferie estive.