Pericolo amianto a Pomezia, più di 100 cittadini assistiti dall’Ona

La task force costituita dall’Ona ha già ricevuto decine e decine di richieste di aiuto da parte dei cittadini attraverso l’unità di crisi coordinata dal Presidente Ezio Bonanni, dalla coordinatrice nazionale Antonella Franchi e Antonio Dal Cin.

L’Ona continua a consigliare a tutti i cittadini che abitano nelle zone interessate di tenere le finestre chiuse e cercare il più possibile di evitare di respirare le polveri di amianto e gli altri veleni che si sono sprigionati dal rogo, anche indossando, se possibile, maschere protettive.

”Purtroppo il nostro sospetto circa la presenza di amianto risulta aver trovato conferma – spiega Bonanni – e ormai le fibre si sono aerodisperse; gli effetti sulla salute si vedranno nei prossimi 20-30-40 anni a causa della lunga latenza delle patologie asbesto correlate (mesotelioma, tumore al polmone e altri cancri delle vie aeree e del  tratto gastrointestinale). L’Ona insiste affinché tutte le istituzioni competenti  adottino le giuste misure precauzionali, in particolare il divieto di consumo dei cibi prodotto nelle zone circostanti, le pulizie delle strade e dei locali pubblici con getti d’acqua per combattere le fibre di amianto, e la dotazione di maschere con il filtro di protezione P3 per evitare l’inalazione delle fibre.

L’Ona presenterà un esposto denuncia  per il reato di disastro ambientale e chiederà l’ applicazione della nuova legge sugli eco reati e la punizione dei responsabili, preannunciandosi già da ora parte civile nel processo penale. “Assisteremo gratuitamente – prosegue Bonanni – tutti quei cittadini che intenderanno costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento dei danni. Già da tempo avevamo richiesto una maggiore attenzione delle Istituzioni in chiave preventiva, infatti la pericolosità di questo sito era già stata segnalata mesi prima. L’Ona, infatti, ribadisce che se ci fosse stata una maggiore attenzione, attraverso la bonifica ma anche semplicemente un servizio anti incendio all’interno dello stabilimento andato a fuoco, questo disastro non si sarebbe verificato o quanto meno le conseguenze sarebbero state meno drammatiche”.

“Chiediamo – conclude Bonanni – che si intensifichino le verifiche sulla presenza di amianto anche in tutti gli altri siti della città di Pomezia e del territorio circostante per chiedere la loro immediata bonifica. Questo disastro deve essere di monito all’applicazione del principio di precauzione e cioè evitare che si possano verificare altri  rischi per la salute e per l’ambiente”. 

Circa Luca Teolato

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