Una insegnate nel viterbese è stata sospesa dal servizio per aver maltrattato sistematicamente un alunno della sua classe. La donna, 59enne, era solita perseguitare il ragazzo, arrivando a offenderlo e incoraggiando i suoi compagni a picchiarlo. Ieri pomeriggio però la fine dell’incubo. La Polizia di Stato della sezione specializzata nei reati contro i minori della Squadra Mobile della Questura di Viterbo ha infatti notificato la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di un Pubblico Ufficio nei confronti della donna, insegnante di una scuola media della provincia.
L’inchiesta è nata grazie alla denuncia presentata dai genitori della vittima, messi in allarme dai genitori degli altri alunni. E proprio gli alunni, durante una lezione sul bullismo e su come riconoscerli, avrebbero ammesso che i comportamento da evitare era “proprio quello che ci dice di fare la prof”.
Da quanto si apprende, i poliziotti hanno accertato come la donna apostrofasse spesso il ragazzo, che ha un lieve deficit cognitivo, con insulti come “deficiente” o “puzzi” o altre frasi ben peggiori, costringendo anche i compagni di classe a tenere atteggiamenti vessatori e aggressivi nei confronti del minore. Essere buttato di peso fuori dall’aula dagli altri alunni, o essere legato e poi picchiato a turno dai compagni maschi erano solo alcune delle cose a cui il ragazzo veniva sottoposto.
Insomma, la donna avrebbe creato un clima di terrore intorno allo studente. E lo stesso gip, nel motivare la sospensione, ha fatto notare come un ragazzo che avrebbe avuto “bisogno magari di maggiori attenzioni”, se non di un sostegno, veniva “emarginato”, “deriso” e “umiliato” davanti agli altri.
Alessandro Moschini