PERUGIA – Un tunisino di 31 anni è stato espulso dall’Italia dopo che la Digos di Perugia aveva accertato il suo processo di auto indottrinamento all’ideologia della Jihad. Il fatto risale al maggio scorso, poco prima dell’attentato al museo del Bardo. La notizia emerge solo oggi, in seguito all’espulsione di una coppia di albanesi da Perugia, sempre per un’operazione antiterrorismo.
Il tunisino era stato arrestato lo scorso gennaio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati inerenti lo spaccio. In quel momento gli inquirenti sono venuti in possesso del suo telefono cellulare e lì hanno trovato tutto quel materiale che alla fine ha portato il ministro Angelino Alfano a disporre l’espulsione del 31enne. In particolare, gli agenti della Digos della questura di Perugia diretti da Francesco Moretta, che già da un po’ di tempo tenevano d’occhio l’uomo perché avevano notato un suo percorso di radicalizzazione, hanno trovato nel telefono moltissimo materiale inerente lo Stato Islamico. Dagli inni dei martiri, ai discorsi degli Imam più radicali, fino ai video degli ostaggi sgozzati. Ma anche ricerche sull’attentato di Nassirya e tante preghiere dei martiri. L’uomo è stato quindi espulso non appena uscito dal carcere di Perugia nel maggio scorso, pochi giorni prima dell’attentato al museo del Bardo.
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