Ci sono il noto professionista che ha perso un milione di euro,ma anche l’insegnante di scuola superiore che ha ‘bruciato’ tutta la liquidazione tra i cento investitori della provincia di Pesaro Urbino che si sono fatti truffare da due promotori finanziari e un agente assicurativo marchigiani,ben introdotti nei salotti che contano,sottoscrivendo prodotti assicurativi che nascondevano investimenti ad alto rischio finanziario e polizze sulla vita di malati terminali statunitensi.
Oltre il danno anche la beffa,avvocati di grido,medici,commercianti,che,in larga misura,hanno affidato ai tre broker somme guadagnate ‘in nero’,hanno perso tutto e ora sono inseguiti da società di recupero crediti.
Sarebbe questa la ragione per cui le denunce formalizzate al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Pesaro sono pochissime,raggirati si, ma in silenzio, per paura di dover saldare anche i conti con il fisco. Al centro della truffa c’era una società di intermediazione assicurativa gestita in Svizzera da uno dei tre denunciati. Con prodotti assicurativi della famiglia delle index linked,una forma di investimento piuttosto rischiosa,il cui andamento è legato a uno o più indici azionari,e conti correnti accesi nei paradisi fiscali,Singapore,le Isole Cayman,gli investitori si sono ritrovati titolari di polizze assicurative sulla vita emesse attraverso l’intermediaria svizzera da società inglesi e scozzesi. Polizze che venivano poi alimentate in parte con il capitale dell’investitore,in parte con capitale a debito recuperato attraverso prestiti ottenuti dalle banche di questi luoghi. In questo modo,il prodotto assicurativo a capitale garantito si trasformava in un prodotto finanziario ad alto rischio,prosciugato nel tempo da rendimenti disastrosi fino ad assorbire l’intero capitale investito. A volte le obbligazioni inglobavano anche porzioni di polizze di cittadini Usa malati terminali,con una macabra scommessa sull’aspettativa di vita dell’assicurato,prima avveniva il decesso,più il rendimento sarebbe salito. Le società estere che emettevano questo genere di prodotti nove volte su dieci non erano abilitate a svolgere attività assicurativa in Italia,anche se dall’inchiesta,coordinata dal pm Maria Letizia Fucci,sono usciti e rientrati nel tempo prodotti assicurativi inizialmente tolti dal mercato e poi nuovamente autorizzati. L’accusa di truffa a carico dei tre indagati è orami prescritta,ma non le ipotesi di reato di abusivismo finanziario e abusivismo assicurativo e intermediazione assicurativa. I tre denunciati,spiega il col. della Gdf Francesco Pastore,avrebbero reclutato clienti anche fuori dalle Marche,e le indagini proseguono.