Pescara. 20enne arrestata con l’accusa di infanticidio

Infanticidio in Abruzzo. Una ragazza ha interrotto la gravidanza tra il settimo e l’ottavo mese in una struttura abusiva e non accreditata al servizio sanitario nazionale ed è stata arrestata. È successo a Civitaquana, in provincia di Pescara. Protagonista una ragazza di 20 anni, con piccoli precedenti penali, che dovrà rispondere di “infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale e occultamento di cadavere”. La vicenda, la cui indagine è ancora in corso, risale, secondo gli investigatori, al periodo compreso tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio. La giovane venne sottoposta a fermo il primo aprile scorso e il 3 aprile successivo la misura cautelare venne convalidata con l’applicazione della misura cautelare in carcere da parte del Gip del Tribunale di Pescara, ma la notizia si è appresa solo oggi grazie all’Ansa. La ragazza, sposata con un 28enne cittadino di origine marocchina, si era separata nel corso della gravidanza e avrebbe deciso di abortire in questa struttura quando era già arrivata a cavallo tra il settimo e l’ottavo mese di gravidanza. Gli inquirenti stanno adesso vagliando le posizioni di un ginecologo pescarese, di un infermiere in pensione e di alcune persone vicine alla giovane che avrebbero aiutato la 20enne nell’abortire e nell’occultare l’ accaduto e il corpo del nascituro.

Sebastiano Borzellino

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