Piano Mattei e concretezza: ‘Accordo tra Italia e Algeria per l’agricoltura sostenibile’

‘Non un elenco di buone intenzioni, ma un piano concreto di obiettivi fattibili con un cronoprogramma ben delineato”. Giorgia Meloni è tornata a parlare del Piano Mattei,  una ‘sfida’ quella del nuovo rapporto con l’Africa nella quale il premier ha ribadito l’importanza del ruolo del ‘Sistema Italia nel suo complesso’, che “ha colto quanto questa iniziativa sia strategica per il nostro futuro e per quello dei nostri ‘dirimpettai’ africani’.

‘Sono molto felice che il tessuto produttivo ed economico di questa Nazione abbia compreso, fin dall’inizio, l’importanza e la strategicità della sfida che il Governo ha lanciato con l’iniziativa del Piano Mattei’, ha detto il premier, sottolineando che ‘questo è un elemento molto prezioso perché, se il Piano Mattei sarà un successo e riuscirà davvero a costruire quel nuovo modello di cooperazione e sviluppo con le Nazioni africane che abbiamo in mente, molto dipenderà dal contributo delle nostre imprese, dalla possibilità di mettere le loro energie e la loro concretezza al servizio di questa iniziativa. Perché  ciò che distingue il Piano Mattei da tutte le altre iniziative del passato è proprio la sua concretezza. Noi non abbiamo scritto un elenco di buone intenzioni, di dichiarazioni di principio. Abbiamo scritto un piano di obiettivi fattibili, realizzabili, accompagnato da un cronoprogramma ben delineato’.

‘La concretezza è il tratto distintivo del Piano Mattei, che abbiamo articolato su sei direttrici di intervento, che sono istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua, energia e infrastrutture, e che sta trovando la sua prima realizzazione con diversi progetti pilota che partono da nove Nazioni: Algeria, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Tunisia’.

L’accordo tra gli Stati, il portato dell’impresa italiana e del suo know-how, l’obiettivo dell’autosufficienza alimentare del Paese in cui il progetto si realizzerà: sono gli elementi dell’intesa firmata tra Italia e Algeria nel campo dell’agricoltura rigenerativa e ad alta tecnologia dai ministri dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, e algerino, Youcef Cherfa. L’accordo tra Italia e Algeria rappresenta un ulteriore passo nella concretizzazione del Piano Mattei per l’Africa e fa seguito al bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente della Repubblica di Algeria, Abdelmadjid Tebboune.

‘Africa, Europa, Algeria e Italia sono pilastri dello sviluppo della sicurezza alimentare che guarda e affronta i grandi problemi e che li risolve in una logica comune di impegno’, ha detto Lollobrigida ad Algeri.

L’accordo prevede una concessione strategica da parte del governo algerino di 36mila ettari, che la società Bonifiche Ferraresi S.p.A. recupererà all’uso agricolo, creando un’intera filiera produttiva integrata seme-prodotto finito. Le attività verranno avviate già nel 2024 tramite la creazione di pozzi e una prima semina di cereali. Questa intesa, ha spiegato Palazzo Chigi, rappresenta il più grande investimento in agricoltura sostenibile fatto sinora dall’Italia in Nord Africa, dove il governo italiano è impegnato nel settore con un’azione ad ampio raggio che coinvolge diverse aree e Nazioni della sponda sud del Mediterraneo.

‘Oggi è un giorno particolare perché firmiamo questo atto formale, primo segno tangibile dell’impegno italiano in Africa nel quadro del Piano Mattei, che mette in condizione una grande impresa italiana come Bonifiche Ferraresi, rappresentata qui dal suo Ad Federico Vecchioni, di creare e consolidare una partnership forte tra due nazioni attraverso un elemento che tende alla sicurezza alimentare attraverso la produzione, la formazione e il valore dei prodotti che verranno realizzati”, ha aggiunto Lollobrigida, sottolineando che si tratta di un investimento che garantisce autosufficienza alimentare, qualità dei prodotti e difesa dell’ambiente, perché gli agricoltori sono i primi ambientalisti del pianeta. Un progetto che valorizza le ricchezze che i popoli possiedono e hanno diritto di sfruttare per una vita migliore’.

Qualsiasi attività, ha proseguito il ministro, ‘deve essere rispettosa del popolo e della gente che diventa soggetto vivo del progetto che viene messo in campo, non solo come offerta di lavoro, ma come consapevolezza di sviluppo e di valorizzazione delle ricchezze che i popoli possiedono e hanno il diritto di sfruttare per diventare ed avere una vita migliore. Questo è l’obiettivo che l’Italia si pone con questo primo passo importantissimo e storico. Il primo risultato concreto nel settore dell’agroalimentare, dell’agroindustria, che punta alla produzione e alla valorizzazione sui mercati internazionale di prodotti e mette insieme la bandiera algerina con la bandiera italiana. Perché non è un progetto italiano, non è un progetto algerino è un progetto algerino ed italiano insieme come fossimo un’unica cosa’.

L’accordo, che coinvolge anche il Fondo per gli investimenti agricoli algerini, è stato siglato presso il Centro Internazionale Congressi Abdelatif Rahal. L’iniziativa vedrà, una volta a regime nel 2028, la coltivazione di cereali, e nello specifico grano duro e tenero, per circa il 70% della superficie e la restante parte dedicata a legumi. Le produzioni saranno destinate al mercato locale. I primi interventi per il 2024 prevedono la costruzione di pozzi, fondamentali per la realizzazione di un moderno sistema di irrigazione a goccia, essenziale per ottimizzare l’utilizzo e adeguare l’attività agricola ai cambiamenti climatici che stanno interessando l’Algeria, tra i Paesi più colpiti dall’incremento delle temperature. Inoltre, sarà avviata la prima fase delle attività agricole con la semina a cereali dei primi 3mila ettari, sul totale dei 36mila concessi, già a partire dal prossimo novembre 2024.

Il progetto prevede anche una serie di azioni e programmi per la formazione degli attuali e futuri professionisti algerini che vedrà impegnata Bf Educational che si avvarrà inoltre di tutti i partner industriali del Gruppo e di professionisti e ricercatori della rete dei Consorzi Agrari d’Italia, delle accademie e dei centri di ricerca che fanno parte del suo network e delle esperienze dei giovani imprenditori di Coldiretti.

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