Piattaforma Rousseau tra il sì e il no al governo Draghi

L’assemblea congiunta dei deputati e dei senatori M5s, convocata per le 21.45 di domenica sera, è durata quasi cinque ore.

La riunione si chiude con questa domanda: “Ci sarà o no il sondaggio su Rousseau per decidere cosa fare?”.

 Vito Crimi accende il microfono e risponde: “Non abbiamo ancora un quesito perché non c’è ancora la proposta del premier incaricato. Poi, sulla base di questo, deciderò se consultare o no la base”.

In realtà  l’ultima parola in realtà spetta al Garante Beppe Grillo, che opterebbe per il no, e a Davide Casaleggio che invece venerdì scorso ha annunciato che il sondaggio sarà fatto.

L’unico giorno utile dovrebbe essere  mercoledì, poiché martedì pomeriggio la delegazione 5Stelle incontrerà nuovamente il premier incaricato, che con ogni probabilità andrà al Colle giovedì per sciogliere la riserva e non può certo attendere l’esito del voto su Rousseau per formare il nuovo governo.

Consultare la base è un rischio perché in Rete si scatenerebbero gli appelli dei parlamentari ribelli guidati da Alessandro Di Battista: “Al Senato c’è un problema profondo, non è una questione di poltrone. Significa cambiare per sempre, rinnegare il passato”.

Danilo Toninelli è tra i più attivi nella battaglia per il ‘no’: “Meglio stare all’opposizione per influenzare l’opinione pubblica che al governo con Forza Italia”, dice l’ex ministro delle Infrastrutture sulla piattaforma Zoom. Sono almeno una ventina i parlamentari a Palazzo Madama carichi di dubbi e una decina sarebbero pronti alla scissione.

La nascita di un governo a guida Draghi sarebbe la riuscita di un piano di accerchiamento nei confronti del movimento, per “assorbirlo” dentro un sistema che non vede l’ora di fagocitarlo  e renderlo indistinguibile dalle altre forze politiche. E secondo me il movimento deve resistere con tutte le sue forze a questo piano anziché assecondarlo. Continuo a pensare che a maggior ragione in un momento del genere, nel quale bisogna ricostruire sulle macerie lasciate dal covid, ci sia bisogno di una chiara impronta politica e non di un governo tecnico.

Mattia Crucioli ha davanti un foglio davanti con un elenco di punti: “Dobbiamo votare ‘no’ a Draghi e ora vi spiego il perché. Perché Draghi è quello della Goldman Sachs , delle banche, è un capitalismo”.

 Barbara Lezzi invoca l’estrema fine: “Se sosteniamo il governo Draghi, M5s si suiciderà”.

Mattia Crucioli ha un foglio davanti con un elenco di punti: “Dobbiamo votare ‘no’ a Draghi e ora vi spiego il perché. Perché Draghi è quello della Goldman Sachs , delle banche, è un capitalismo”.

E via dicendo sullo stile Di Battista, che proprio questa mattina è tornato sul tema collocandosi all’opposizione pur non essendo in Parlamento: “Non ho dubbi che il Professor Draghi sia una persona onesta, preparatissima ed autorevole. Questo non significa che lo si debba appoggiare per forza. Un capitalista finanziario è per sempre”.

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