Un crollo eclatante per la Borsa Italiana. Dopo una giornata che ha visto lo spread schizzare oltre i 470 e il Ftse prerdere oltre il 4 %, Piazza Affari chiude a -3,78% a 15.071 punti, mentre il Ftse All Share è arretrato del 3,63% a quota 15.876. Lo spread Btp-Bund si è attestato sopra i 553 punti base . Ad alimentare la tensione sui nostri titoli di Stato anche il traballante quadro politico, con il premier Silvio Berlusconi che ha annunciato di dimettersi appena verrà approvato la legge si stabilità contenente le misure volute fortemente dall’Unione Europea. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dichiarato che “entro breve tempo o si formerà un nuovo governo che possa con la fiducia del Parlamento prendere ogni ulteriore necessaria decisione o si scioglierà il Parlamento per dare subito inizio a una campagna elettorale da svolgere entro i tempi più ristretti”.
Un autentico tonfo, anche quello di Mediaset, che ha perso il 12% a causa delle incertezze per le annunciate dimissioni del premier Berlusconi, azionista di riferimento del gruppo di Cologno Monzese. Giornata da dimenticare anche per Lottomatica (-7,62% )dopo l’intervento alla Camera del direttore dei Monopoli di Stati, Raffaele Ferrara, che ha annunciato una tassazione del 6% sulle vincite superiori ai 500 euro. Nel dettaglio, Ferrara ha delineato gli interventi previsti dal secondo pacchetto di austerità sul settore del gioco e del tabacco che si prevede porteranno entrate aggiuntive per 1,5 miliardi di euro. Un miliardo verrà recuperato dal gioco attraverso una riduzione del pay-out dei giocatori, abbassando dell’1% quello sul settore delle Awp, tassando appunto al 6% le vincite oltre i 500 euro e mediante la riduzione del margine per la filiera di gioco incrementando le tasse sui terminali delle Video Lotterie dal 3 al 4% nel 2012 e dal 4 al 4,5% dal 2013.
Il comparto bancario, dopo un avvio di seduta promettente, è stato sommerso dalle vendite: Unicredit ha ceduto il 6,81%, Ubi Banca il 5,86%, Banco Popolare il 5,31%, Intesa SanPaolo il 4,25% a, Popolare di Milano il 6,11%euro, Monte dei Paschi il 4,92%. Pirelli (-0,08% a 6,475 euro) ha invece limitato i danni in scia alla revisione al rialzo dei target del piano industriale. Tra il 2012 e il 2014 la società della Bicocca ha previsto una crescita media all’anno dei ricavi pari al 10 per cento. Nel 2015 il margine Ebit è stimato superiore al 16%, quasi raddoppiato rispetto all’8,4% del 2010. La generazione di cassa prevista da qui al 2015, pari a 3,2 miliardi di euro, consentirà, a detta di Pirelli, di sostenere un piano di investimenti in crescita e di migliorare la posizione finanziaria riducendo il rapporto indebitamento/Ebitda a 0,4 nel 2015, rispetto a 0,7 nel 2010.
Giornata di conti per Impregilo (-5,47%) e Terna (-2,80% a). Il general contractor ha registrato nei primi nove mesi ricavi pari a 1,52 miliardi di euro, in lieve rialzo rispetto ai 1,51 miliardi dell’anno scorso. L’utile netto è invece sceso da 114,1 a 58,7 milioni di euro, mentre la posizione finanziaria netta ha evidenziato un indebitamento pari a 596 milioni, in peggioramento rispetto ai 313,4 milioni di fine 2010. Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha chiuso il terzo trimestre 2011 in rialzo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2010, mentre l’Ebit è salito dell’1,6%. In calo dell’1% invece l’utile ante imposte.