“Non sono fatti del passato, sono la nostra identità. Non bisogna fare l’errore di relegare al passato gli attacchi alla democrazia”, è questo il monito del presidente della Repubblica, Sergio Matterella, nel suo intervento al Consiglio Comunale di Milano per la commemorazione del 50esimo anniversario della strage di piazza Fontana.
“Il trascorrere del tempo non colloca tra gli eventi vecchi e da rimuovere l’attacco alla democrazia portato in quegli anni: non commetteremo l’errore di pensare che siano questioni relegate a un passato più o meno remoto”, dice Mattarella (nella foto fonte agenzia Dire). “Sono la nostra identità, il nostro Patto civile a essere usciti segnati da quegli avvenimenti. Occorre esserne consapevoli per non correre il rischio di poterli rivivere”, sottolinea con forza il presidente della Repubblica.
”Cinquanta anni dopo Piazza Fontana – continua ancora Mattarella – sentiamo, assieme ai familiari delle persone assassinate in quella circostanza, il dolore profondo per una ferita non rimarginabile recata alla nostra convivenza”. ”Convivenza – ha sottolineato – che si riconosce nella Associazione dei familiari che, in questi anni, l’ha ben rappresentata reclamando verità e giustizia e preservando memoria. Immersi in pieno nella storia d’Italia, di cui l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura rappresenta una pagina indelebile, affermiamo il dovere del rispetto di una memoria collettiva, in una vicenda di cui si conoscono origini e responsabilità”.
Per il presidente della Repubblica, l’Italia si dimostrò più forte del terrorismo. “I tentativi sanguinari di sottrarre al popolo la sua sovranità sono falliti. La Repubblica è stata più forte degli attacchi contro il popolo italiano”, ha detto in un passaggio del discorso, per poi ribadire che “la democrazia si dimostrò forte. In grado di battere il terrorismo, con gli strumenti propri di uno Stato di diritto, senza rinunciare mai al rispetto dei diritti fondamentali della persona. Sono i valori della nostra Costituzione”.
Il presidente nel suo discorso ha ricordato, oltre alle vittime della strage, anche l’anarchico Giuseppe Pinelli e il commissario Luigi Calabresi. “Ai parenti delle vittime qui raccolti, cui mi rivolgo con rispetto, solidarietà e affetto – e verso i quali l’Italia avverte di essere debitrice – dobbiamo saper dire che ci sentiamo legati da un vincolo morale”, la conclusione di Mattarella. “Italiani fra italiani, cittadini fra concittadini, per essere custodi attenti del futuro del Paese. Nella fedeltà alle istituzioni della democrazia che ci sono state consegnate dalla Costituzione”, conclude.