DESIDERA
Una storia d’amore e di stelle
drammaturgia e regia Simona Di Maio, Sebastiano Coticelli
con Giuseppe Brancaccio, Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio, Amalia Ruocco, Dimitri Tetta
musiche originali Tommy Grieco
scene Damiano Sanna
disegno luci Paco Summonte
costumi Gina Oliva
foto di scena Diego Bernabei De Nicola
produzione
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
“Aveva l’impressione di aver toccato limbi sconosciuti perché tutto diventava luminoso, le sue mani, i suoi abiti, le ali. Poiché la luce non discendeva dagli astri ma si sprigionava sotto di lui, da quei bianchi cumuli.” (Antoine Saint-Exupery)
Sidera in latino significa stelle, il De privativo che lo anticipa sta invece a significare una mancanza, una impossibilità, ma allo stesso tempo indica il moto verso quegli astri, verso ciò che è necessario alla vita. Il desiderio è attesa di raggiungere la propria stella, ma è anche scelta; il fuoco del desiderio va nutrito altrimenti nessuna stella brillerà nel firmamento e nessun volo verso un altrove agognato sarà possibile.
Un uomo anziano seduto al tavolo ricorda. Il luogo è quello della memoria, il suo racconto non procede per linee ma per frammenti, rimandi, dissolvenze e immagini. Il desiderio di ritrovare il suo passato, la donna perduta, lo spinge a iniziare una ricerca che, su basi scientifiche, gli consenta di tornare indietro nel tempo e ritrovare il suo mondo perduto.
Ombre e fogli si muovono tra gli oggetti, in mezzo alle cose dimenticate, tra gli incartamenti di motori, il letto bianco e la radio mentre suona un valzer sommesso, come un ricordo portato dal vento e, tra le ceneri del tempo, un aeroplanino di carta vola.
NOTE DI REGIA
Abbiamo lavorato sul tema dell’assenza e della mancanza che muovono il desiderio. Lo spettacolo è quasi del tutto senza parole. Le figure che si muovono sulla scena nella ritualità del ricordo ricordano le donne e gli uomini dei quadri di Hopper. Abbiamo indagato le relazioni tra personaggi e oggetti: come un oggetto fa riaffiorare alla memoria il ricordo, come le forme dei corpi, le relazioni tra i personaggi e i gesti ripetuti nello spazio svelano il tempo della memoria.
Lo spazio fisico è spazio emozionale, cambia nella luce e nella conformazione a seconda della percezione soggettiva della figura che si muove al suo interno. Per questo motivo abbiamo scelto elementi scenici su ruote che consentono alla scena di variare: dilatarsi, restringersi, cambiare prospettiva in base all’andamento del ricordo. Lo stesso vale per la musica, composta da un sound
designer che preso parte al processo creativo e scritto la musica sui corpi e sui movimenti degli attori-danzatori.
Un ringraziamento speciale al Nostos Teatro
COMPAGNIA IL TEATRO NEL BAULE
Il Teatro nel Baule nasce nel 2010. Fin dal primo anno di lavoro insieme ci siamo posti come obiettivo la creazione di un progetto a lungo termine capace di rendere il teatro luogo di scambio, aperto al confronto e allo studio di diverse forme espressive. Pur avendo una formazione comune in mimo corporeo ognuno di noi ha seguito una personale ricerca, studiando Commedia dell’arte, clownerie, biomeccanica, teatro- danza, puppet-theatre. Le competenze diversificate hanno arricchito la compagnia e hanno stimolato la ricerca di una poetica espressiva comune. Ricercare significa per noi ritrovare il senso primo del teatro: luogo del vivo estrinsecarsi di istanze antropologiche comunque connesse all’urgenza di re-ligare (socio-culturalmente e sacralmente) uomo con uomo (R.Tessari). Il corpo è il centro di questo sentire, il contenitore in cui le emozioni prendono forma divenendo visibili all’esterno; è attraverso il corpo dell’attore che la sua presenza si dilata, irradiando lo spazio scenico. Con il tempo abbiamo costruito un nostro metodo di lavoro, una poetica nella quale ci riconosciamo, partendo delle competenze acquisite grazie allo studio delle diverse tecniche teatrali. Esploriamo un linguaggio del silenzio e del corpo, un linguaggio poetico in cui l’emozione, tradotta in forma piuttosto che in parola, tende a creare una relazione profonda con chi l’osserva.
Un punto per noi importante è la pedagogia teatrale. Portiamo avanti da diversi anni i nostri progetti teatrali formativi per adulti e bambini. Ci piace basare il nostro lavoro su tre parole chiavi: Ambiente, Ascolto, Gioco.
Creare Ambiente vuol dire costruire insieme agli allievi uno spazio di libertà e fiducia che permetta ad ognuno di liberare la propria creatività, di condividere le emozioni e le scoperte.
Porsi in Ascolto è attivare le orecchie, la vista e gli altri sensi per incontrare l’altro; ma non solo, porsi in Ascolto è incontrare se stesso, il proprio vissuto, la propria storia che, anche se di pochi anni ,è ricca di emozioni grandi come nei bambini.
Stare insieme è per noi attivare il meccanismo del Sentire.
Il Gioco è un’esperienza ludica che coinvolge il corpo, la mente e i sensi e fa lavorare l’immaginazione. Quando l’insegnamento è creativo gli allievi sono loro stessi produttori di cultura e possono pensare e sentire “il mondo intero”. E come ci insegna Gianni Rodari la pedagogia e la didattica dell’immaginazione dovrebbero essere sempre presenti in tutte le attività umane, da quelle scientifiche a quelle umanistiche. Per noi sono alla base non solo della formazione che proponiamo agli allievi ma anche dei nostri spettacoli e progetti teatrali per l’infanzia.
La compagnia è composta da Sebastiano Coticelli, Simona Di Maio e Luca Di Tommaso e con noi ci sono tanti altri collaboratori, attori e pedagoghi con cui abbiamo la fortuna di intrecciare il nostro percorso artistico e formativo.
TRA I PRECEDENTI SPETTACOLI DEL GRUPPO:
“Uno roie, roie e mmiezo, tre, Pulicinè” (1° premio al Festival Luna Piena di Napoli, 2011);
“Desidera” (vincitore del Bando pubblico Under 35 al Nuovo Teatro Sanità a Napoli 2016, selezionato al Festival di New Delhi 2017; Semifinalista Inbox 2017):
IL corto teatrale “Two” (menzione speciale e vincitore del premio della giuria popolare al Festival UT35 di Napoli 2016, secondo premio al Festival di corti teatrali di Potenza 2016).
Nel 2017 vince la Menzione Speciale al Premio Scenario Infanzia con lo spettacolo “Ticina” e partecipa al Theatre Olympics 2018 in India.
EVENTI ORGANIZZATI
2011 e 2012 organizza il workshop con la Compagnia tedesca Familie Floz
2012 vince il bando europeo Giovani Attivi, e da vita al Progetto Sharazade : Laboratorio teatrale intergenerazionale, che terminerà nel Giugno 2013.
Nel Settembre del 2013 organizza “Stralci Vini e Canovacci”, serata dedicata ad alcuni corti teatrali all’ interno della rassegna “Estate a Napoli”, al Maschio Angioino.
2014 con l’Università Orientale di Napoli organizza “Topeng e la Commedia dell’Arte” ciclo di incontri dedicati all’incontro tra le Maschere della Commedia dell’Arte e le Maschere Balinesi, con la partecipazione di in collaborazione con UNAS Associazione artistica Universitas Nasional – (Jakarta); ATL Associazione per lo studio delle tradizioni orali – (Jakarta); Maestro Michele Monetta-ICRA Project (Centro Internazionale di Ricerca sull’Attore) – Napoli
2015 organizza il workshop di Scherma Teatrale con l’insegnante francese Florence Leguy, con dimostrazione finale presso la Galleria Umberto di Napoli.
2015\2016 collabora con la Compagnia La Mansarda Teatro dell’Orco nell’organizzazione del Festival “di Maschera in Maschera” tra Capua e Caserta.
2017\2018 Organizza a Napoli “International Meetings”, con workshop con maestri internazionali: Vladimir Olshansky del Cirque du Soleil, Manish Mitra di Theatre Organic (India) e la Compagnia tedesca Familie Floz.