Ambasciatore di livello. Capo di Gabinetto dei ministri degli Esteri Emma Bonino e Federica Mogherini.
Braccio destro di Giuseppe Conte sui delicatissimi dossier affrontati dal premier nei due governi da lui guidati. E’ Piero Benassi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai Servizi scelto dal Consiglio dei Ministri. Una scelta che cade su un uomo di massima fiducia del capo del governo ma anche su un profilo che, al Pd, non può dispiacere.
La cessione della delega concretizza la “mano tesa” di Conte al dialogo sul nodo dell’intelligence proprio mentre Matteo Renzi sta riunendo i gruppi Iv. E’ una scelta “politica” che arriva in una giornata di sostanziale impasse nelle trattative per il gruppo di costruttori. Una scelta con cui, tuttavia, Conte non cede su un punto: destinare la delega ad una personalità di massima fiducia. Una fiducia costruita nei due anni e mezzo di lavoro a Palazzo Chigi di Conte con il suo consigliere diplomatico. Ed è nel governo M5S-Lega che Benassi fa valere il suo curriculum europeista e merkeliano. Forte dell’esperienza da ambasciatore italiano a Berlino, Benassi fa da primo collegamento tra il premier di un governo (quello giallo-verde) non certo ben visto a Bruxelles e la cancelliera tedesca. E da lì in poi il sodalizio con Conte non si è mai affievolito.
E la carriera di Benassi, 62 anni, romano d’origine e romanista di fede calcistica, è stata tutta nella diplomazia.
Prima di essere ambasciatore a Berlino (dal 2014 al 2018) e di fungere da capo di Gabinetto alla Farnesina, Benassi è stato ambasciatore a Tunisi, dal 2009 al 2013, ovvero nei turbolenti mesi della Primavera araba. La sua carriera inizia al dipartimento affari economici della Farnesina, per poi fare tappa a Cuba e a Varsavia. Con Conte, invece, è a Bruxelles che Benassi affronta i dossier più delicati, da quello dell’immigrazione, alla manovra – invisa dai falchi – in cui furono varati reddito di cittadinanza e quota 100. Fino all’ultima sfida del Next Generation Ue.