Piero Fassino, tra stipendio d’oro e denuncia di furto di un profumo in areoporto: ‘Volevo pagarlo!’

Di Piero Fassino è nota  la polemica scaturita dal suo intervento alla Camera nel quale sostenne  che l’indennità percepita dai deputati non sarebbe “uno stipendio d’oro”. Dichiarazione che scatenò una bufera, negli elettori, nei cittadini e all’interno del  suo stesso partito. Ovviamente, e non c’è da meravigliarsi,  la segretaria Pd, Elly Schlein, sottolineò subito  che l’ex sindaco di Torino parlava a titolo personale. Questo non bloccò Fassino che riaffermò il suo pensiero sottolineato che i colleghi del centrodestra si  muovessero per aumentare l’indennità parlamentare.

“Molti hanno equivocato, non mi sono lamentato – ribadì Fassino ospite in diretta Tv alla trasmissione ‘Timeline’ – Ho semplicemente ricordato che l’indennità è di una certa dimensione e non è di quella dimensione stratosferica che viene propalata. Si parla di 11 o 12 mila euro, ma non è vero. Non ho mai detto che bisogna cambiarla l’indennità”.

“Ho spiegato come spendo io le altre voci per l’attività parlamentare – ha rivendicato il deputato Dem – Non c’è un euro che mi metto in tasca di quelle voci: spendo per i miei collaboratori, per le mie iniziative politiche. Le cose sono trasparenti. Ma viviamo in un mondo fatto di un nervosismo fuori misura”.

“Si è montata una panna, e sono stupito e sconcertato. Non ho voluto chiedere qualcosa ma ricordare una cosa che è palese” dichiarò ancora Fassino che, nonostante la bufera, ritiene che il suo intervento non sia stato un passo falso: “Non è stato un errore, ma un’ingenuità”.

L’ex sindaco di Torino, definiva ‘operazione verità’ la battaglia lanciata in Aula.   “Danneggia più il PD dire che un parlamentare guadagna 12 mila euro o dire la verità? – chiede l’onorevole – Credo di essere stato ingenuo, questo sì. Sconcertato, non prendiamo 10 mila euro come si favoleggia’.

Piero Fassino, ex ministro e oggi deputato del Partito Democratico, è stato oggi denunciato per il tentato furto di un profumo da 100 euro. Il fatto è avvenuto il 15 aprile in un negozio duty free dell’aeroporto romano di Fiumicino.

Doveva essere un regalo per la moglie e invece è diventato l’oggetto di una denuncia per furto. Come riporta ‘Il Fatto Quotidiano’, Piero Fassino è stato denunciato per il tentato furto di un profumo all’aeroporto di Fiumicino.

L’episodio risale al 15 aprile scorso ed è avvenuto nell’area shopping dello scalo romano, dove il deputato Pd era in attesa dell’aereo per Strasburgo, dove doveva partecipare ai lavori della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Secondo la ricostruzione fornita al Fatto Quotidiano dall’ex sindaco di Torino, prima di recarsi al gate per l’imbarco Fassino si è fermato al duty free dove ha preso una confezione di profumo di una nota marca, che avrebbe dovuto essere un regalo per la moglie.

In quel momento sarebbe squillato il telefonino: “Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”.

Fassino si sarebbe quindi allontanato oltre le casse, facendo scattare l’allarme antitaccheggio e l’intervento della vigilanza. Secondo l’ex ministro invece sarebbe stato bloccato da un vigilante appena messo il profumo in tasca.

È nata quindi una discussione tra Fassino e gli addetti alla sicurezza, il parlamentare ha cercato di discolparsi dall’accusa, ha chiesto di pagare il profumo e a un certo punto si sarebbe perfino offerto di comprarne due.

Ma non c’è stato niente da fare: gli agenti di polizia intervenuti sul posto e i vigilanti hanno rivisto le immagini delle telecamere di sorveglianza e alla fine i responsabili del negozio hanno deciso di sporgere denuncia contro Fassino.

“Sono stupito per un episodio che pensavo di aver già chiarito con i responsabili”, ha dichiarato Piero Fassino in una nota in cui ricostruisce quanto accaduto all’aeroporto di Fiumicino.

“In vita mia non mi sono mai appropriato di alcunché. E certo non intendevo appropriarmi indebitamente di un boccettino di profumo che avrei voluto pagare“, ha affermato il deputato del Partito Democratico.

La società Aelia Lagardère che gestisce il duty free per ora non ha rilasciato dichiarazioni sull’episodio.

Magari, magari, il Fassino diceva il vero quando affermava che, come deputato, non godeva di uno ‘stipendio d’oro’, che sicuramente per malaugurata accidentalità il profumo era nella sua tasca, che voleva pagarlo, che lo avrebbe pagato, ma bisogna riconoscere che è ‘dura’ oggi la vita di un deputato, che in quanto a stipendio, a quanto ‘fassinpare’ non è dorata,  e neanche profumata…

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