Il presidente del Senato Pietro Grasso lascia il gruppo del Partito Democratico e, come previsto dal regolamento, sarà iscritto d’ufficio al gruppo Misto del Senato. La decisione della seconda carica dello Stato arriva a poche ore dall’approvazione della legge elettorale, anche se solo ieri, rispondendo alle proteste grilline che invitavano Grasso a dimettersi in segno di protesta contro la condotta del governo sul Rosatellum bis, il presidente aveva replicato: ‘A volte è più duro resistere che mollare. Per senso delle istituzioni rimango al mio posto. Come sapete non ho accettato di candidarmi in Sicilia proprio per poter continuare a espletare il mio compito’. Ieri l’annuncio della decisione di abbandonare il gruppo del Pd.
Lo stesso Vito Crimi, senatore del Movimento 5 Stelle che aveva rivolto quell’appello a Grasso, dice: ‘Apprendo adesso che Grasso lascia il gruppo del Pd. A lui dico: adesso è troppo tardi, Presidente, doveva farlo prima e così avrebbe evitato di mettere il suo nome tra i responsabili dell`approvazione del Rosatellum. E invece l’unico ad aver fatto questo gesto nella storia repubblicana, e a dimettersi per protesta contro la fiducia su una legge elettorale, resta il presidente Giuseppe Paratore nel 1953.
Parole di solidarietà arrivano invece da Roberto Speranza (Mdp): ‘Chi serve lo Stato si trova spesso dinanzi a scelte difficili ed è proprio per questo che apprezzo il senso delle istituzioni sempre dimostrato dal Presidente del Senato. Rispetto profondamente la decisione di lasciare il gruppo del Pd dopo le ultime gravissime scelte compiute. La politica ha oggi più che mai bisogno di buoni esempi. Noi continueremo ad impegnarci per dare vita a quel progetto visionario a cui proprio Piero Grasso ha fatto riferimento nel suo intervento a Napoli’.
Segue tutta l’amarezza degli esponenti Pd: ‘La motivazione della scelta del presidente Grasso di lasciare il gruppo parlamentare del Pd la capiremo nei prossimi giorni, certo è una scelta che amareggia, non c’è nessun dubbio. Se il tema fosse quello della legge elettorale, sono convinto che avremmo buoni argomenti per spiegare il perché delle nostre scelte’, afferma ministro alle politiche agricole e vicesegretario del Pd Maurizio Martina.
Ma è nelle parole del presidente dei senatori dem, Luigi Zanda, che si capiscono a fondo le motivazioni della scelta di Grasso. Zanda fa sapere che in una telefonata che ha preceduto la comunicazione ufficiale dell’addio: ‘Pietro Grasso mi ha detto che se non fosse stato presidente del Senato e avesse dovuto votare, non avrebbe votato nè la legge, nè la fiducia sugli articoli’. Per quanto mi ha detto, ha continuato Zanda, si è dimesso dal gruppo principalmente perchè non condivide la linea politica del partito e, in particolare, le decisioni sulla legge elettorale.
Rispettiamo la scelta del presidente Grasso. E ovviamente non trascineremo la seconda carica dello Stato nello scontro politico, ha affermato il presidente del Pd Matteo Orfini.