‘Fare politica è un onore, non una vergogna. C’è in gioco il futuro dell’Italia e questa è la nostra sfida: battersi perché tutti, nessuno escluso siano liberi e uguali, liberi e uguali’, dice il presidente del Senato Pietro Grasso, chiudendo l’assemblea unitaria della sinistra, citando per la prima volta il nome del nuovo soggetto: ‘Liberi e uguali’.
Serve un’alternativa, sottolinea, e allora tocca noi offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato, difendere principi e valori che rischiano di perdersi, su lavoro, scuola, diritti e doveri. Tasse più giuste e progressive, una vera parità di genere. Per tutto questo io ci sono’, Grasso, chiudendo l’assemblea unitaria della sinistra e prendendo la guida del nuovo soggetto.
Il nostro è un progetto più grande di come finora lo hanno raccontato e se ne accorgeranno presto. Non facciamo scoraggiare di chi parla di rischi di sistema, favori ai populismi, voto utile. L’unico voto utile è chi costruisce speranze portando in Parlamento i bisogni e le richieste della metà d’Italia che non vota. E’ questo il voto utile.
Siamo qui, culture e persone diverse, ma tutti uniti per difendere principi e valori in cui crediamo: ‘Dare le dimissioni dal gruppo Pd è stata una scelta politica e anche personale, frutto, di un’esigenza interiore. Ho ricevuto tante telefonate, mi hanno chiesto di fermarmi un giro, fare la riserva della Repubblica: mi spiace, questi calcoli non fanno per me’.
Ho scelto ottimi compagni di viaggio, ma tanti altri arriveranno. Il nostro progetto è aperto e accogliente, costruiremo una nuova alleanza tra cittadinanza attiva, sindacati e forze intermedie.
No a inaccettabili intimidazioni: mi ha colpito la rabbia di quei quattro fascisti. Fascisti, diciamolo. C’è un’onda nera che monta. A partire dalle periferie delle nostre città. E allora è da lì che dobbiamo tornare, è da lì che dobbiamo ripartire.
Nasce la lista unitaria della sinistra e, dal palco dell’Atlantico Live a Roma arrivano segnali di chiusura a un eventuale dialogo con il Pd.
Altri, dice Pippo Civati rivolgendosi a Pisapia, stanno allestendo coalizioni da incubo, in cui c’è dentro tutto: Minniti con Bonino, Merkel con no euro. Noi saremo rigorosi. C’era chi diceva ‘mai con Alfano’, patrimoniale, ius soli. E allora perché poi va con Alfano, con chi non vuole lo ius soli, con chi quando nomini la patrimoniale gli viene un colpo? Il mio appello è: Giuliano, dove campo vai?.
Il nostro progetto, dice il leader di Possibile, primo big a parlare dal palco, non è solo mettere insieme la sinistra, che è un’impresa titanica mai riuscita, il nostro progetto è cambiare l’Italia, la sua politica, i suoi rapporti di potere. E’ stato un processo lungo e non scontato. Mi piace pensare che oltre a Libertà e uguaglianza ci sia anche una fratellanza tra noi, un comune sentire.
Anche D’Alema boccia gli appelli all’unità del centrosinistra: ‘Sono tardivi e non accompagnati da scelte politiche e programmatiche conseguenti. Renzi aveva detto che noi eravamo elettoralmente irrilevanti, quindi questi appelli contraddittori. La gran parte degli elettori che voteranno per noi, non voterebbero per i candidati del Partito Democratico, quindi noi non portiamo via nulla a loro. Aggiungiamo, recuperiamo persone che altrimenti non voterebbero per il Pd’.
Sul palco tre vele di colore giallo, blu e rosso, compaiono su un maxischermo accanto alla scritta: ‘C’è una nuova proposta’.
Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, attacca citando il caso della bandiera neonazista esposta a una finestra di una caserma dei carabinieri a Firenze. La destra, dice, si è lanciata nella costruzione di una rivoluzione liberista, dei Reagan, della Thatcher e oggi dei Trump. Ma hanno concimato il terreno su cui oggi crescono i fascisti. Che nell’ufficio di un Carabinieri venga appesa la bandiera nazista, ci dice di quanto dobbiamo alzare l’attenzione.
Ringrazio la Cgil, ha detto in un altro passaggio, che ieri è scesa in piazza per difendere le persone e il loro diritto ad avere una pensione che in Italia sono un problema, soprattutto per i giovani, umiliati due volte. La questione giovanile è la vera emergenza di questo Paese. Con Pippo Civati e Roberto Speranza abbiamo dato vita a un rapporto vero di fratellanza per costruire uno spazio democratico, per fare un passo indietro nel nome dell’unità e dell’umiltà.
Noi siamo quelli della difesa della Costituzione. Siamo quelli del 4 dicembre. C’è chi ha dimentica la lezione di quel giorno e presto ne avrà un’altra, ha detto Roberto Speranza, facendo riferimento a Matteo Renzi, ma senza citarlo.
Il Pd non può lanciare una manifestazione contro il fascismo e poi pensare di andare al governo con Berlusconi, che corre con Salvini.
L’attesa, ha detto Grasso a margine dei lavori, è una bella cosa. Ci proietta verso qualcosa di positivo. E si ferma a salutare diversi dei delegati seduti nelle prime file, da Massimo D’Alema, che è in seconda fila, a Claudio Fava e Nichi Vendola. Defilato Pier Luigi Bersani, che siede in sesta fila. In platea si vedono, tra gli altri, Vincenzo Visco, Gavino Angius, Fabio Mussi, Alfredo D’Attorre, Federico Fornaro, Miguel Gotor, Stefano Fassina, Loredana De Petris, Arturo Scotto.