Anche se la parola ‘sinistra’ non c’è, è un simbolo tutto rosso, quello di ‘Liberi e Uguali’: lo presenta il leader Pietro Grasso in diretta tv a ‘Che Tempo che fa’ di Fabio Fazio. E subito tiene a precisare sarà lui alla guida del partito, altro che D’Alema: ‘E’ una vita che ho posizioni di guida ho guidato magistrati e processi, penso di poter riuscire a guidare una formazione politica anche da solo, e non sarà un comando posto dall’alto. Sono abituato a discutere e dialogare e poi a prendere decisioni, se ne accorgeranno, se qualcuno non ci crede’.
Una risposta che non dà adito a dubbi, quella del presidente del Senato, al leader Pd che, proprio nel salotto del programma di Fazio aveva detto che Liberi e Uguali sarà in realtà guidato da Massimo D’Alema. E non è un’idea solo sua, anche un grande vecchio del Pd come Emanuele Macaluso, in un’intervista a Qn, aveva dichiarato: ‘Grasso sbaglia, il capo è D’Alema’.
Riguardo al simbolo Grasso spiega: ‘Non volevo il nome, ma mi hanno detto che è come il braccialetto che si mette al polso dei neonati. È amaranto che indica protezione. Poi ci sono alcune foglioline, a forma di E, che indicano le donne presenti nel nostro movimento e il ruolo che svolgono nel Paese’.
C’è un vento di antipolitica, ha detto Grasso, io sono nuovo alla politica. Faccio a Renzi i migliori auguri, ho pieno rispetto della sua funzione di segretario di un grande partito. In campagna elettorale manterremo uno stile e una forma corretta, ma se lui comincia a provocarmi io sono pronto a rispondere.
Quanto alla possibile discesa in campo anche di Laura Boldrini, presidente della Camera, Grasso commenta: ‘Si è data una linea, vuole portare a termine la legge di bilancio, staremo a vedere. Auspichiamo, appena finite le incombenze della Camera, che possa venire da noi’.
Sul tema delle alleanze afferma:’Con Fratoianni, Speranza e Civati c’è un progetto, una visione del Paese non finalizzata solo alla fase elettorale. Siamo in fase costituente e ci stiamo proiettando verso i territori, cercando di avere un connubio tra cittadinanza attiva, associazioni, movimenti, anche cattolici, progressisti, democratici. Il mio obiettivo è allargare, nessuna preclusione verso il Pd dopo il voto’.
Poi la rivendicazione della propria diversità: ‘Ci sono state campagne elettorali che hanno guardato alla rottamazione, le ruspe, le scatolette di tonno aperte per dire che bisognava distruggere tutto il sistema istituzionale e cambiarlo. No, io sono per il sistema istituzionale. Ho dato le dimissioni dal gruppo del Pd proprio perche ho visto cambiare il ruolo della politica e di questo partito. L’ultimo momento della legge elettorale in cui il senato ha dovuto porre e votare la fiducia senza poter discutere la propria legge elettorale, ha provocato in me una reazione di non poter più restare e quindi ho fatto questo atto che è il mio primo atto politico’.