Nel secondo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016. Lo rileva l’Istat nella sua stima preliminare.
La variazione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti, segnala l’istituto di statistica, è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell’agricoltura. Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta. Nello secondo trimestre il Pil è aumentato rispetto ai tre mesi precedenti dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. Rispetto allo stesso periodo del 2016, invece, si è registrato un aumento del 2,1% negli Stati Uniti, dell’1,8% in Francia e dell’1,7% nel Regno Unito.
Alla luce di “un contesto estremamente favorevole, 17 trimestri consecutivi di crescita nell’Eurozona, si conferma la ripresa dell’economia italiana, a livelli però ancora insufficienti per rilanciare sensibilmente gli investimenti e assorbire la disoccupazione”. E’ quanto sostiene in una nota, in riferimento alla prima stima del Pil nel secondo trimestre, il capo economista di Nomisma, Andrea Goldstein secondo cui, pur con la ripresa, il “gap tra l’Italia e i principali partner si amplia inesorabilmente”. A giudizio dell’economista lo 0,4% trimestrale e l’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016 dimostrano che sta lentamente ritornando la fiducia, tuttavia, “altrove il Pil corre a ritmi ben più sostenuti e il gap tra l’Italia e i principali partner commerciali e finanziari si amplia quasi inesorabilmente ad ogni trimestre”. Secondo Goldstein, ancora, “prima o poi San Super Mario dovrà cominciare a stringere i cordoni della borsa dell’Eurotower e l’Italia rimarrà l’unico paese del G20 con un Pil inferiore al livello pre-crisi. I dati di oggi e la crescita acquisita del Pil – argomenta – lasciano presagire un buon risultato per il 2017, finalmente e robustamente oltre lo zero virgola. Ma per ripianare le devastazioni della Grande Recessione con gli investimenti, oltre che della mano esperta del ministro dell’Economia nel salvaguardare i conti pubblici – conclude Goldstein – l’Italia ha bisogno di riforme di struttura più ambiziose del semplice palliativo degli incentivi”.