Nel secondo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% nei confronti del secondo trimestre del 2020. Lo comunica l’Istat.
Il dato conferma le stime preliminari e vede per l’ano in corso una crescita già acquisita del 4,7%. La crescita annua, spiegava Istat durante la diffusione delle stime preliminari, e’ la piu’ alta mai registrata dall’inizio delle serie storiche nel 1995.
Il rialzo del Pil registrato dall’economia italiana nel secondo trimestre del 2021 pari a +17,3% è il più alto su base tendenziale mai registrato dall’inizio delle attuali serie storiche, ovvero dal 1995. Lo spiegava l’Istituto diffondendo alla fine del mese scorso il dato preliminare confermato oggi e spiegando che l’incremento deriva dal confronto con il punto di minimo toccato nel secondo trimestre dello scorso anno in corrispondenza dell’apice della crisi sanitaria
Ad agosto accelera l’inflazione con l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi che segna un aumento dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua (da +1,9% del mese precedente). Lo rileva l’Istat sottolineando che il livello è top dal gennaio 2013 (quando si registrò un aumento dei prezzi del 2,2%. L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%) e in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +11,2% a +12,8%).
Continua a salire l’inflazione nella zona euro. Secondo la stima flash di Eurostat il tasso è salito al 3% ad agosto, in aumento dal 2,2% di luglio. A pesare soprattutto l’energia (15,4%, rispetto al 14,3% di luglio), seguita dai beni industriali al netto dell’energia (2,7%, rispetto allo 0,7% di luglio), alimentari, alcolici e tabacco (2%, rispetto all’1,6% di luglio) e servizi (1,1%, rispetto allo 0,9% di luglio). Il tasso più elevato è in Estonia (5%), Lituania (4,9%) e Belgio (4,7%). In Italia è a 2,6%.