ROMA – L’Italia è fuori dalla recessione. Secondo l’Istat, nel primo trimestre del 2015 il Prodotto interno lordo è tornato a crescere, segnando un +0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014. E’ un segnale di “svolta” anche se deve essere preso con le pinze, secondo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Ma per Grillo “non c’è crescita, sono solo balle”. E’ un risultato che oscilla fra entusiasmo e diffidenza.
Secondo le analisi dell’Istituto di statistica, nel primo trimestre del 2015 il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010 e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è risultato invariato rispetto al primo trimestre del 2014. Il primo trimestre del 2015, sottolinea l’Istat, ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al primo trimestre del 2014.
La crescita congiunturale, spiega ancora l’Istituto, è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dell’industria e di una sostanziale stazionarietà nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) maggiore dell’apporto negativo della domanda estera netta.
Un dato, questo, inaspettato e “superiore alle nostre aspettative”, dice il ministro Padoan evidenziando come sia “presto per cantare vittoria”, ma che è un segnale “della svolta impressa dalle politiche del Governo”. Anche Debora Serracchiani è soddisfatta. Per il vicesegretario del Pd “i dati odierni rafforzano l’ottimismo nei confronti di una ripresa che finalmente comincia a concretizzarsi. L’incremento rispetto all’ultimo trimestre 2014 e il dato tendenziale – conclude la Serracchiani – sono i migliori dal 2011”. C’è poi chi prende questi risultati con cautela come Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria, secondo cui il dato odierno dell’Istat “non è entusiamante”, anche se “positivo” perché “c’è un’inversione di tendenza”.
Chi invece va del tutto controcorrente è Beppe Grillo. Il leader dei 5 Stelle, lasciando l’assemblea degli azionisti Eni, ha commentato “parlare di recessione, non recessione, dati Istat, è tutta gente che non ne ha azzeccata una dal 2008 a oggi. Siamo in una psicosi di ripresa per il calo del petrolio, perché la banca centrale ha immesso della nuova moneta, degli euro in circolo, il petrolio è basso, hanno svalutato l’euro del 20%”. Per poi aggiungere, rivolto ai giornalisti: “siete voi che tenete in piedi le balle di questo governo. Sono solo titoli. Ma quale ripresa? Non c’è crescita, non c’è ripresa di posti di lavoro”.
Alessandro Moschini