Non c’è stata partita. Ha mantenuto il vantaggio sin dall’inizio dello spoglio ed oggi Bersani conquista la premiership del Pd: raggiunge infatti il 60,9% dei voti, mentre Renzi si attesta al 39,4%.
Ma il segretario del Pd lascia poco spazio ai festeggiamenti. Dal teatro di Capranica, circondato da vertici e dai militanti del Pd, spinge lo sguardo in avanti e programma quella che definisce una vera e propria “battaglia: “Abbiamo vinto senza raccontare favole, altrimenti non potremmo governare”, ha precisato Bersani, ribadendo che ora “bisogna pensare a risolvere il problema numero uno in Italia: il lavoro” e “recuperare il distacco micidiale tra cittadini e istituzioni”. “Dobbiamo prendere di petto questi problemi con il linguaggio della verità che è quello che il Paese aspetta”, ribadisce il segretario. Obiettivi perseguibili quando non c’è un “solo uomo al comando, ma un popolo”. “Non bisogna agitarsi e intimorirsi – ha sottolineato ancora il candidato premier del Pd – ma essere tranquilli e forti”. Poi il segretario dei Democrat rende omaggio a Renzi per la sua “presenza forte e fresca” e per “il contributo che ha dato per dare senso a queste primarie, per farle vivere in modo vero”. “Renzi è una risorsa, come siamo tutti in questo grande squadrone”, ha spiegato. Parlando dei prossimi piani del Partito Democratico, Bersani ha sottolineato ancora che il suo partito intende andare al governo con Sel: "Faremo un governo con Vendola, ma che sia anche espressione di civismo, di una riscossa civica”. “La mia è l’idea di un governo che non è il manuale Cencelli, un governo aperto con la testa e che non dice ‘faccio da solo’”, ha precisato il numero uno della sinistra. Bersani ha inoltre rinnovato la promessa di un governo di cambiamento, se sarà il Pd a vincere le elezioni. “Io intendo un cambiamento dei contenuti, dei programmi, delle cose da fare, ma anche una nuova generazione in campo, nuove persone”, ha assicurato il segretario del Pd rispondendo ai cronisti sotto la sede del partito.
La mappa dei voti. E' stato il Sud a volere fortemente Bersani con percentuali di successo tutte sopra il 70% dei voti. In particolare il segretario è stato votato maggiormente in Calabria dove è arrivato intorno al 75% (a Vibo Valentia addirittura all'86% contro il 13,1% di Renzi). In Puglia ha pesato l'asse con Nichi Vendola: il segretario ha sfiorato il 71% con il sindaco fermo al 29%. Bene anche la Sardegna (73,42% contro il 26,58% di Renzi), la Basilicata (72,28%), la Sicilia (66,9 a 39,1%), la Campania (60,8 a 39,2%).
Renzi: "Risultato politico c'è stato". Gran prova di dignità quella dello sfidante sconfitto, che con grande serietà ha così commentato i risultati del ballottaggio: “Noi non eravamo qui per fare una battaglia di testimonianza, eravamo qui per prendere il governo del paese e non ce l’abbiamo fatta. Non sono riuscito a scrollarmi di dosso fuori dalla Toscana l'immagine di essere un ragazzotto ambizioso che vuole fare chissà che cosa”. “Il risultato politico, ha poi proseguito Renzi, c’ stato comunque”. Un' amara consolazione per il grande sconfitto alle primarie del centrosinistra, che poi ha promesso: “Tornerò a fare il sindaco ha tempo pieno”, e così è stato. Questa mattina, dopo tre mesi di tour elettorale, si è presentato in ufficio con abbigliamento casual, maglione blu e jeans.