Plico a La Stampa, No Tav: “Siamo estranei, bombe e pallottole non ci appartengono”

Panico oggi a la redazione de La Stampa. Un plico con materiale esplosivo, è stato recapitato nella sede del giornale, perché indirizzato ad uno dei giornalisti che sta seguendo la vicenda della Tav , vittima anche in passato di diverse intimidazioni.
La ‘bomba’ era costituita da 120 grammi di polvere compressa all’interno di un hard disk e collegati a un chip e, secondo gli artificieri, poteva esplodere. La Stampa ha riferito che la busta era stata recapitata in redazione per posta ordinaria, era stata regolarmente affrancata ma era priva dell’indirizzo del mittente. Nella busta – ha riferito La Stampa – un messaggio scritto al computer e stampato su un normale foglio A4, per segnalare che l’hard disk conteneva alcuni video riguardanti campeggi di attivisti no tav di Venaus e Chiomonte, in Val Susa. La busta ha destato i sospetti di fattorini e giornalisti, che hanno immediatamenti allertato la polizia. .Secondo la Scientifica che ne ha analizzato il contentuo, la bomba era prionta ad esplodere non appena fosse stata collegata ad un pc.. La polvere – ha accertato la Scientifica – era un a miscela di esplosivi differenti. Un altro, analogo ordigno rudimentale era stato recapitato alla Stampa il 9 aprile scorso. Il quel caso non era esploso per il malfunzionamento dell’innesco
Immediata però è arrivata la smentita dei No Tav, che si sono detti estranei alla vicenda. “E’ evidente che dietro l’angolo è pronta l’ennesima campagna diffamatoria ai danni del movimento No Tav”, come precisa un comunicato a firma Notav.info. “Il movimento No Tav ha chiarito in più occasioni – si legge – che non ha assolutamente né la volontà né l’interesse di creare danni alle persone. Pallottole e bombe non ci appartengono. Piuttosto continuiamo a sottolineare la faziosità e il comportamento indegno che alcuni cronisti e alcune testate hanno nei confronti del movimento stesso”. “Fatti come questo – si aggiunge – non ci impediscono di sottolineare lo squallido lavoro che lo stesso cronista Massimo Numa porta avanti in favore di interessi mafiosi e corrotti quali sono quelli del progetto Tav Torino-Lione e di tutti coloro che da questa inutile opera trarranno profitto a danno dei cittadini”.

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