Per quasi 6 italiani su 10, il Pnrr non sarà capace di contribuire al rilancio del Paese. Lo rileva lo studio di Changes Unipol, elaborato da Ipsos, che ha intervistato un campione di 1.720 persone, di età compresa tra i 16 ed i 74 anni e residenti nelle principali aree metropolitane. Il 55% del campione, infatti, si è detta “poco fiduciosa” rispetto alle capacità del Piano di dar corpo ad una effettiva rinascita italiana, mentre il 14% non ci crede affatto. Il picco di sfiducia si raggiunge a Palermo, dove solo il 38% dei cittadini crede alle potenzialità del Pnrr. Più alte ma comunque sotto al 50% le percentuali a Milano (43%) e Roma (44%). Bene invece a Bari (53%), Bologna (54%) e Napoli, in testa con il 57%.
La ricerca precisa però che “una maggiore conoscenza del piano genera una crescente fiducia”. Infatti, la percentuale degli ottimisti sale al 54% tra coloro che ritengono di sapere in maniera specifica i contenuti del Piano. Tra quest’ultimi, l’elemento di maggior traino è rappresentato dalle competenze del Governo per spendere le risorse a disposizione (45%)”. Inoltre, il 73% di chi ha almeno sentito parlare del Piano ritiene che i” fondi stanziati non saranno comunque sufficienti e, soprattutto, che serviranno altri fondi pubblici”. Opinione, questa, diffusa perlopiù tra i millennials (57%) e nelle aree metropolitane del centro (57%). Soprattutto a Palermo (82%) e Verona (82%), si registrano percentuali ben superiori alla media italiana (73%). Tra chi, invece, padroneggia i contenuti del Piano, è il 60% a ritenere necessari ulteriori fondi, prediligendo il ricorso a fondi privati, di cittadini e imprese, rispetto a quelli pubblici.
Infine, considerando la poca conoscenza del tema, lo studio rileva che 2 italiani su 3 (66%, circa 29 milioni di persone) vorrebbero saperne di più, capire in particolare come le riforme del Pnrr contribuiranno concretamente alla ripresa del Paese. Un’esigenza maggiormente sentita dalle generazioni più mature (71% dei baby boomers) e da chi vive a Bari (75%), Bologna (73%) e Milano (71%). Sembra, al contrario, rappresentare una priorità meno marcata il saperne di più per la generazione Z (60%) e per chi vive a Roma (60%) e Verona (61%).