Una petizione pubblica per chiedere l’apertura di una sala parto al Policlinico di Tor Vergata a Roma. L’ospedale universitario della capitale, come succede al Sant’Andrea, non ha un reparto di ostetricia e neonatologia. Una fattispecie assurda per un Policlinico universitario dove gli studenti apprendono una materia che fa parte del corso di laurea in medicina ma che non dispone né di ‘locali’ per ostetricia e neonatologia. Cui si aggiunge l’assurdità burocratica, tutta italiana: la Regione aveva approvato il piano per attivare il reparto di ostetricia, 15 letti più 4 di neonatologia. Doveva essere aperto ad aprile, secondo il cronoprogramma comunicato alla Regione, tutto sarebbe pronto ma i locali della sala parto sono attualmente occupati dall’oculistica. Ostetricia e neonatologia possono, dunque, aspettare. Ma intanto i cittadini non possono essere curati secondo gli standard minimi ed i medici sono costretti a lavorare in una situazione di continua emergenza. Da queste carenze nasce l’idea di lanciare la petizione per promuovere l’apertura della sala parto al policlinico di Tor Vergata. “Abbiamo lanciato una petizione su change.org per promuovere l’apertura della sala parto al policlinico di Tor Vergata, territorio che da anni soffre la mancanza di questo servizio fino ai più recenti fatti di cronaca che ci hanno visti eseguire un cesareo d’urgenza in una sala operatoria improvvisata per l’evento. La tempestività e bravura del personale ci ha consentito di salvare mamma e bambino nonostante le condizioni disperate”, è il grido di allarme della dottoressa Clementina Viscardi, specializzanda al policlinico di Tor Vergata, ideatrice ed anima di questa iniziativa.
“Al Policlinico Tor Vergata, nel VI municipio di Roma, da anni ci parlano dell’imminente apertura della sala parto e della neonatologia senza però che questo sia mai avvenuto. Ciò nonostante il parere favorevole della regione”. “La Struttura è molto qualificata in vari ambiti: dalla diagnosi prenatale alle nuove modalità di assistenza alla gravidanza ad alto e basso rischio. I locali – è il j’accuse della dottoressa Viscardi – progettati e già idonei per la sala parto sono ad oggi diversamente utilizzati, a discapito della reale esigenza della popolazione locale come rivendicato dall’ultimo evento di cronaca che riguarda il Policlinico Tor Vergata”.
“Al Policlinico di Tor Vergata, già si rivolgono per essere seguite in gravidanza numerose donne con gravidanze a rischio. Queste mamme al momento del parto sono costrette a rivolgersi ad altri nosocomi per poi ritornare al Policlinico di Tor Vergata per le cure del caso, a volte separate dal neonato che rimane ricoverato nella struttura dove hanno partorito. Questa condizione crea un estremo disagio per le coppie e il loro bambino a cui si somma anche quello delle gravidanze a basso rischio seguite dal Policlinico di Tor Vergata dall’inizio della gestazione che ugualmente devono rivolgersi ad altre strutture ospedaliere per il parto”.
“In momenti in cui sono il tempismo e la professionalità a fare la differenza tra vivere e morire – precisa la Viscardi – è assolutamente necessario che in questo quadrante della capitale esista più di una struttura adeguata a soddisfare la necessità di un bacino d’utenza sempre maggiore, senza dover obbligatoriamente insistere su quelle già presenti, spesso al collasso per mancanza di posti letto”.
E conclude lanciando un appello a firmare la petizione così “aiuteremo tantissime mamme e papà a vivere serenamente uno dei momenti più belli della vita senza il rischio di incorrere in complicanze dettate da un’inadeguata gestione dell’assistenza territoriale”, conclude la dottoressa Viscardi.