Politico incorona Giorgia Meloni leader più forte del G7: ‘Gli altri sono anatre zoppe’

Con l’arrivo del presidente ucraino si è entrati nel vivo delle grandi questioni indicate dalla presidenza italiana del G7: le guerre e l’aiuto convinto all’Ucraina da parte dei Grandi della terra riuniti a Borgo Egnazia. Era la sessione più attesa dei lavori, foriero di decisioni cruciali. Volodymyr Zelensky è stato accolto da Giorgia Meloni in un clima disteso. La premier lo ha abbracciato, poi, il presidente ucraino è entrato nella sala dei lavori, dove è stato salutato dai leader presenti. Emmanuel Macron, Justin Trudeau, Rishi Sunak e Fumio Kishida erano tutti in maniche di camicia, mentre Zelensky indossa  l’immancabile ‘divisa’ militare verde. Ultimo ad arrivare in sala il presidente americano Joe Biden, che il presidente ucraino, seduto tra Ursula von der Leyen e Charles Michel, va a salutare. La prima notizia-chiave la fornisce Meloni: è stato raggiunto l’accordo su asset russi, 50 mld per Ucraina. Si tratta dell’accordo sull’utilizzo dei profitti sugli asset congelati alla Russia per aiutare l’Ucraina. Si attendeva l’accordo che è stato quindi raggiunto a livello negoziale.

Era un risultato non scontato di cui vado particolarmente fiera”, dice Giorgia Meloni. Zelensky esprime tutta la sua gratitudine. “Ogni incontro serve a dare all’Ucraina nuove opportunità di vittoria. Sono grato a tutti i nostri partner”, dice il presidente ucraino dopo la sessione del vertice dedicata al suo paese aggredito dalla Russia. Ho avuto un incontro produttivo con Giorgia Meloni e ho ringraziato l’Italia per il suo sostegno militare, finanziario e umanitario all’Ucraina”. Con la premier ha discusso dei  prossimi passi della cooperazione in materia di difesa, “compreso il contributo dell’Italia al rafforzamento del sistema di difesa aerea dell’Ucraina e la preparazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari”.

“Abbiamo raggiunto un accordo politico per fornire un sostegno finanziario aggiuntivo all’Ucraina di circa 50 miliardi di dollari entro fine anno con un sistema di prestiti per la cui restituzione potranno essere utilizzati gli extraprofitti derivanti dai beni russi congelati nelle nostre giurisdizioni”: Giorgia Meloni lo ha detto al termine dei lavori del G7 a Borgo Egnazia in Puglia.  La premier lo aveva promesso e lo ha mantenuto: concretrezza. Plaude alla decisione presa il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Apprende la notizia da Bruxelles: “Accolgo con favore la decisione dei Paesi del G7 di utilizzare i ricavi degli asset russi per fornire maggiore sostegno all’Ucraina. A quanto ne so, è un prestito e non riguarda solo aiuti militari; ma anche  altre cose importanti: come il sostegno economico allo Stato ucraino e altri tipi di assistenza macrofinanziaria. Vari i bilaterali previsti dal G7 di cui è stato protagonista Zelensky. Quello con il primo ministro britannico Rishi Sunak  è stato particolarmente positivo. I due dopo l’incontro hanno proseguito insieme per una camminata tra i sentieri di Borgo Egnazia continuando così la loro conversazione. Sunak annuncerà fino a 242 milioni di sterline di assistenza bilaterale all’Ucraina per soddisfare le urgenti esigenze umanitarie, energetiche e di stabilizzazione.

“Per troppo tempo l’Africa è stata fraintesa e sfruttata. Invece è un continente pieno di sorprese se messo in condizione di sfruttare ciò che ha di straordinario. Tocca a noi collaborare con le nazioni africane e creare nuove possibilità di sviluppo, da pari a pari, per crescere insieme. Non attraverso documenti o lezioni ma grazie a dei fatti, creando moduli di costruzione e posti di lavoro, nuove sinergie, opportunità e risposte concrete”. Giorgia Meloni lo ha ribadito al side event del Vertice del G7 di Borgo Egnazia dedicato alla Partnership for Global Infrastrutture and Investment. Si tratta di quel cambio di passo impresso dall’Italia con il Piano Mattei che è “uno dei tre pilastri della strategia del G7 per l’Africa“, insieme alla Partnership al centro dell’incontro e al progetto  “Global Gateway promosso dall’Unione Europea”.

La Partnership for Global Infrastructure and Investment, attraverso cui i 7 finanziano progetti infrastrutturali nei Paesi in via di sviluppo, “è un’iniziativa lanciata due anni fa e ci abbiamo subito creduto perché ha lo stesso approccio del piano Mattei, il piano che l’Italia sta portando avanti con le nazioni africane per promuovere investimenti di qualità e grandi progetti infrastrutturali nei campi dell’energia, delle infrastrutture e della produzione, con una particolare attenzione alla formazione e all’educazione nel continente africano”, ha sottolineato Meloni, spiegando quindi di essere orgogliosa di poter annunciare “la creazione insieme alla Banca di Sviluppo Africana di strumenti innovativi finanziari: voglio riconoscere l’attività degli Emirati Arabi Unti”. “Vogliamo sostenere la piattaforma virtuale per gli investimenti in Africa lanciata dall’Unione Africana con l’Ocse, uno strumento che intende rilevare il potenziale africano per una zona di libero commercio. Per troppo tempo – ha ribadito la premier italiana – l’Africa è stata sfruttata e guardare dall’alto, invece è piena di soprese che ha la possibilità di sfruttare le proprie risorse”.

“Il mondo democratico ha urgentemente bisogno di una forte leadership da parte del G7 questa settimana” e fra i leader riuniti a Borgo Egnazia Giorgia Meloni è l’unica in grado di garantirla. È il sito di informazione americano Politico ad analizzare lo stato di salute politica dei leader dei sette grandi, riassumendo l’analisi in un titolo che non lascia spazio a equivoci: “Sei anatre zoppe e Giorgia Meloni”. Mentre tutti gli altri sono alle prese con problemi interni di varia natura, che li indeboliscono, la premier italiana è l’unica che “non riesce a smettere di vincere”, si legge nell’articolo, che dunque prende atto di come la leadership di Meloni in questi due anni di governo si sia costantemente rafforzata, tanto internamente, come dimostra l’esito delle elezioni, quanto sulla scena internazionale. “Non sono molti i leader in grado di ottenere voti dopo due anni di governo”, ha commentato il politologo Giovanni Orsina, intervistato nell’articolo.

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