Per il Presidente del Consiglio Conte scoppia l’ennesima bomba pronta a turbare il suo rientro in Italia.
La questione è tutt’altro che nuova. Anzi, si trascina da un bel po’ ma ieri a fare da detonare ci ha pensato la decisione della Consulta che ha stabilito che ‘non è illegittimo’ estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi ritenendo dunque non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione del Ponte Morandi.
Come riflesso della pronuncia della Consulta, ormai tutti all’interno del Movimento 5 Stelle invocano una decisione sulla revoca della concessione. E il partito del no prende a questo punto più forza anche tra altri alleati della coalizione.
La decisione del Legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso: comunica l’ufficio stampa della Consulta.
Ci conforta che la Corte costituzionale abbia confermato la piena legittimità costituzionale della soluzione normativa che venne a suo tempo elaborata dal governo, ha commentato il premier Conte.
Intanto il Governo è diviso sulla decisione di affidare ad Aspi, anche se pro tempore e come atto dovuto verso l’attuale concessionario, la gestione del nuovo ponte di Genova.
‘Confermo che il nuovo Ponte Morandi sarà gestito da Autostrade. Ho scritto io la lettera al sindaco Bucci. La gestione va al concessionario, che oggi è Aspi ma sulla vicenda c’è ancora l’ipotesi di revoca’, aveva anticipato ieri ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli a Radio 24 Mattino.
Ma nella maggioranza non si placano le polemiche dopo la scelta confermata dal ministro De Micheli di confermare la gestione del nuovo Ponte di Genova ad Autostrade. ‘Se fossi ancora al ministero quelli di Aspi non l’avrebbero visto neanche col binocolo il nuovo ponte di Genova, perché sarebbe stato già concluso l’iter di revoca. Così come siamo stati in grado di vietare per legge di farglielo ricostruire, saremmo stati anche in grado per legge di evitare di riconsegnarglielo. Prima del dettaglio giuridico c’è l’indirizzo politico, perché se tu hai un indirizzo politico chiaro poi lo traduci in decreto. In questo la ministra De Micheli delude profondamente’, ha spiegato il senatore dei 5 Stelle Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, a Radio Cusano Campus.
Questo dossier – ha aggiunto – va risolto bene, nell’interesse generale e prima della commemorazione del secondo anno della tragedia, altrimenti ci saranno problemi seri. È folle pensare che famiglie lobby come i Benetton abbiano questo potere, serve una legge contro il conflitto d’interessi e una legge che disciplini le attività lobbistiche. Se tu sei un grosso industriale non puoi avere partecipazioni in gruppi editoriali. Quando ero ministro venivo sputtanato quotidianamente per il fatto che stavo cercando di rimettere al centro l’interesse pubblico anziché quello privato delle lobby. Oggi mi chiedo come abbiamo potuto allearci con un personaggio squallido e volgare come Salvini. Più Salvini mi attaccava sulle infrastrutture più era chiaro che stava difendendo potentati come i Benetton.
Sul dossier la temperatura è altissima. E a dar fuoco alle polveri ci pensa anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quando è ormai sera, indica la linea: la questione della gestione del ponte va ‘subito risolta’, non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento, ma bisogna mantenere le promesse fatte. E poi: ‘Alle famiglie delle vittime avevamo promesso due cose: che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild. E che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte’. Per il Movimento cedere su questo fronte sarebbe un boomerang visto che già è finito nel mirino delle opposizioni con Salvini, pronto a cavalcare l’onda della polemica, che affonda dopo la decisione di affidare la gestione del nuovo Ponte Morandi ad Aspi: ‘5Stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso’, ha attaccato il leader della Lega. Mentre anche i parenti delle vittime si dicono ‘sconcertati’ e chiedono al Governo di ritirare la concessione.
Intanto, il Presidente del Consiglio Conte ha fatto sapere che porterà il dossier in CdM e che una decisione arriverà ‘entro fine settimana’.
E Alfonso Bonafede, ministro grillino della Giustizia: ‘Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana’.
Nei giorni scorsi, aveva preso forza l’ipotesi più soft di una ‘rottura parziale’, più volte rilanciata dagli organi di informazione con un nuovo assetto societario che coinvolgerebbe fondo F2i e Cassa Depositi e Prestiti al 51% , portando così in minoranza la quota di Atlantia. Ma, dopo la decisione della Consulta, il finale è tutto da scrivere.
Nel frattempo, sono iniziate questa mattina le operazioni di stesura del primo strato di asfalto sul nuovo viadotto sul Polcevera. Il ponte ‘sarà inaugurato nella settimana tra l’1 e il 10 agosto – dichiara il sindaco di Genova, Marco Bucci, in un’intervista al Sole 24 Ore -. Deve essere percorribile se no non facciamo l’inaugurazione. Non ho mai lavorato per le cose false, io lavoro per le cose vere’. Il sindaco conferma che è arrivata la lettera dal ministro e ha affidato al commissario il verbale di verifica dell’ispezione di viabilità. E aggiunge: ‘Lo faremo noi con la struttura commissariale e decideremo il team di consulenti che farà questo lavoro, possono essere Anas, Rina o altri. E’ una decisione che prenderanno i responsabili tecnici’.
Cocis