“Vogliamo rispetto, ridateci le nostre case”. Nel corso del consiglio regionale e comunale congiunto per fare il punto sull’emergenza dopo il crollo del ponte Morandi è andata in scena la disperazione e la protesta dei genoani. Una ottantina di persone sfollate dalla zona rossa hanno gridato alle istituzioni tutta la loro rabbia. “Veniamo prima noi delle imprese, veniamo prima noi della viabilità, ci siamo prima noi, vogliamo la casa”.
Le proteste sono iniziate fuori dalla sede del consiglio regionale della Liguria, in via Fieschi a Genova, dove i residenti di via Porro e via Fillak si sono radunati fin dal mattino per assistere ai lavori istituzionali di comune e regione. I residenti chiedono di poter rientrare nelle proprie abitazioni nella zona rossa per recuperare gli effetti personali lasciati durante l’emergenza. Le proteste sono scattate quando i residenti non sono stati fatti entrare in aula per assistere al consiglio. La situazione è poi rientrata con i cittadini ammessi a seguire l’assemblea in parte dagli spalti della sala consiliare e in parte in due sale attiguo attrezzate con monitor. Tra vari cartelli esposti il più significativo recita “Nessuna demolizione senza per noi una soluzione”. Loro, giustamente, hanno bisogno e vogliono una casa come quella che sarà demolita e non continue soluzioni transitorie.
Il sindaco: A settembre le case agli sfollati. La rabbia degli sfollati è stata placata dall’intervento del sindaco Marco Bucci. “Vi capisco, ma dobbiamo cercare di lavorare insieme. Genova non si è mai fermata, non ha mai dimostrato di essere in ginocchio, una cosa di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, nessuno è stato lasciato solo dalle istituzioni”. E sulle case precisa, “pensavamo di dare una casa agli sfollati di ponte Morandi entro novembre, invece probabilmente ci riusciremo entro fine settembre. La città ha dimostrato che non si scherza, ne sono orgoglioso”, dice il sindaco di Genova.
Toti: “Fra 5 giorni progetto demolizione”. “Entro cinque giorni Società Autostrade ci presenterà il piano definitivo per la demolizione del ponte Morandi”, precisa il presidente della Regione e commissario per l’emergenza Giovanni Toti. “Il piano verrà illustrato alle commissioni tecniche e prima fra tutti alla Procura della Repubblica a cui spetta la decisione di dissequestrare le aree e di arrivare alla verità sulle cause della tragedia”, aggiunge l’esponente di Fi.