Ponte sullo Stretto e Lupi: ‘Opera fondamentale, sia prioritaria’

Una proposta di legge per accelerare la realizzazione del Ponte sullo Stretto. A presentarla sono stati i gruppi parlamentari di Area popolare. La proposta prevede, per ‘ridurre i costi e i tempi di realizzazione’ di nominare per due anni il presidente dell’Anas commissario per la realizzazione dell’opera. Come spiega il capogruppo della Camera, Maurizio Lupi: ‘Abbiamo depositato una proposta di legge che prevede la riattivazione per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina che viene dichiarata opera prioritaria per l’Italia e viene nominato un commissario che, nella figura del presidente dell’Anas, ha due anni di tempo per rimettere in moto l’opera, valutando innanzitutto la riduzione dei costi e individuando i tempi e le procedere necessarie perchè l’opera si realizzi. Il ponte sullo Stretto è un’opera fondamentale tanto più che si sta realizzando l’alta velocità Napoli-Bari, e il governo sta progettando il prolungamento dell’Alta velocità verso Reggio Calabria e in Sicilia la Palermo-Messina-Catania. È inaccettabile che 5 milioni di italiani non siano collegati agli altri 55 milioni’. Il commissario dovrà quindi effettuare ‘un aggiornamento delle analisi dei costi e benefici’ a partire dalla base dei progetti già acquisiti per ‘rivalutare esclusivamente i parametri economico-finanziari di fattibilità dell’intervento e di confermare la bancabilità del nuovo piano economico-finanziario’. In realtà la proposta di legge sul ‘Ponte sullo Stretto’ è una forzatura politica che tiene poco conto del rispetto delle norme e delle procedure. Il Wwf afferma che viene deciso, con la dichiarazione di oggi, di ignorare gli effetti del decreto 187/2014 che ha portato ad avviare le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA (Sdm SpA) e dei rapporti tra questa e il Generale Contractor Eurolink, dopo che quest’ultimo non aveva rispettato l’obbligo di fornire garanzie dal punto di vista tecnico e finanziario sulla realizzazione dell’opera. Viene, inoltre ignorato il decreto attuativo che riscrive il Codice degli Appalti, ora all’esame del Parlamento, nel quale si stabilisce che ci sia una nuova selezione e programmazione delle opere veramente necessarie al Paese. Continuare a fare pressioni per realizzare un ponte di 3,3 km in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e di maggiore pregio per la biodiversità, tutelata dalla norme comunitarie è semplicemente una assoluta prevaricazione. I progettisti sono riusciti a dimostrare come l’opera di ripagasse con i flussi di traffico ma, nonostante questo, nel 2011 l’allora amministratore delegato della SDM SpA Pietro Ciucci dichiarò che in progetti e consulenze erano stati spesi dalla società 283 milioni di euro, soldi pubblici buttati al vento in un progetto irrealizzabile. A prescindere da quanto detto sicuramente il ‘Ponte sullo Stretto’ non gioverà alla città di Messina, di cui il più risoluto oppositore al Ponte, Renato Accorinti, è oggi sindaco.

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