Ponte sullo Stretto e mancanza di fondi

L’ennesima polemica sul Ponte sullo Stretto questa volta è annunciata dalla lettura del Def, il Documento di Economia e Finanza,  cornice della prossima legge di Bilancio. Nel testo si legge che ‘non esistono coperture finanziare disponibili a legislazione vigente’.

In compenso sono indicate le possibili fonti dalle quali attingere i denari che mancano: Regioni, fondi europei, bilancio pubblico e, naturalmente, capitali privati. Con un occhio di riguardo per i finanziatori istituzionali come la Banca Europea degli Investimenti e l’onnipresente Cassa Depositi e Prestiti. C’è perfino il Connecting Europe Facility, il cui bando scade a settembre. Ma, detto questo, di soldi ‘cash’ disponibili immediatamente, non c’è nulla.

Matteo Salvini, che ha già trasformato il Ponte in un cavallo di battaglia del suo dicastero afferma: “È ovvio che nel Def manchi la copertura, si tratta di un documento di programmazione e non stanzia le risorse”.

Manca poi  la società ad hoc che dovrebbe realizzare l’opera.  Tutto è rinviato alla legge di Bilancio. Ma, nel frattempo, dal ministero dell’Economia, comincia a farsi più chiaro il quadro dei costi. Solo per realizzare le due campate che collegheranno la Sicilia alla Terraferma serviranno 13,5 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti 1,1 miliardi per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie. Totale, 14,6 miliardi di euro, quasi il 30% in più rispetto alla cifra di 10 miliardi circolata qualche mese fa e, addirittura, il triplo rispetto alle stime della prima progettazione.

Il 6 marzo scorso il Consiglio dei ministri  ha approvato  il decreto legge per la costruzione del Ponte e la costituzione di una società ad hoc, “Stretto di Messina”. Esattamente un mese prima è arrivato sul tavolo di Salvini anche un progetto di fattibilità firmato dal colosso delle costruzioni Webuild. Sul Ponte litigano perfino i sindacati. Da una parte l’Ugl e la Uil, favorevoli all’opera. Dall’altra la Cgil, che conferma il suo no su una infrastruttura così dispendiosa e problematica. Sul piede di guerra anche i Cinquestelle, nonostante il fatto che fu proprio l’ex premier, Giuseppe Conte, a tirare fuori il progetto dalla naftalina. “Sul ponte sullo Stretto Salvini sta toccando vette inesplorate di propaganda”, tuonano i deputati pentastellati nelle commissioni Trasporti e Infrastrutture. Il governo, però, non intende fare retromarcia. Il momento della verità fra settembre e ottobre, quando si dovranno fare i conti della legge di Bilancio.

Nel fornire i dettagli del Ponte sullo Stretto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini aveva parlato di una spesa complessiva di 10 miliardi di euro. Oggi, però, viene reso noto che il costo effettivo dell’opera sarebbe di ben 14,6 miliardi di euro, il 46% in più. A renderlo noto, con un tweet al vetriolo, il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli: “Il #Def dice che il #pontesullostretto costa 14,6 mld di € (Salvini aveva detto 10 mld) e che non ci sono soldi a copertura del progetto. Il ponte e’ una truffa politica e mediatica e nel frattempo il decreto prevede 340 mln€ per le progettazioni. Ritirate questa vergogna!”

L’attuale stima di 14,6 miliardi è pari al costo del Ponte sullo Stretto (13,5 miliardi di euro) più la spesa per la realizzazione delle nuove opere ferroviarie di collegamento all’infrastruttura in Sicilia e in Calabria (1,1 miliardi). E non solo: alla stima mancano i costi delle strade a carico di Anas, al momento non conteggiati perché “di minor impatto economico”.

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