Ponte sullo Stretto e ultimo studio di fattibilità

Con l’insediamento del nuovo Governo e la nomina di nuovi minestri è tornato in auge un tema che da anni fa discutere gli italiani: il Ponte sullo Stretto di Messina. Il Ponte sullo Stretto di Messina permetterebbe di collegare, tramite un attraversamento stradale e ferroviario, la Sicilia con la Calabria e poi la penisola italiana.

Matteo Salvini, segretario della Lega, è stato nominato Ministro delle Infrastrutture del neonato Governo di Giorgia Meloni. Salvini, che sarà anche vicepremier insieme ad Antonio Tajani di Forza Italia, ha sin dai primi momenti fatto delle dichiarazioni in merito al suo operato come Ministro che il Corriere della Sera ha riportato: «Il Ponte sullo Stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria italiana nel mondo».

Il famoso Ponte sullo Stretto di Messina, quindi, è una delle grandi opere che Salvini ha messo nel suo programma come Ministro delle infrastrutture. Il Ponte permetterebbe di collegare la penisola italiana alla Sicilia che è per ora “isolata” dal resto d’Italia, riducendo i tempi di percorrenza di attraversamento dello Stretto che ora avvengono via mare con traghetti o via aerea

Quest’opera che da ormai un secolo fa discutere la politica e gli italiani è sempre stata uno dei punti salienti del programma di Silvio Berlusconi  che più volte è tornato sull’importanza di costruire questo ponte come collegamento. Le dichiarazioni di Salvini, però, non sono finite qui il Corriere infatti riporta che il neoministro ha promesso di sbloccare i numerosi cantieri fermi in Italia: “Non prometto miracoli ma dalla Gronda di Genova al Ponte sullo Stretto di Messina, ci metterò tutta la mia energia. Sbloccare cantieri»

Le parole di Salvini si devono scontrare, però, con gli ultimi studi di fattibilità svolti sulla realizzazione del progetto. Il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, il Center for Ocean and Society-Institute of Geosciences dell’Università di Kiel in Germania e l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno svolto delle ricerche sui fondali marini dello Stretto di Messina. In particolare, si sono concentrati sulla ricerca della faglia che ha causato il devastante sisma che nel 1908 ha provocato la morte e distruzione tra Sicilia e Calabria di quasi 120 mila vittime. Secondo quando studiato: la zona è altamente sismica dato che la faglia sarebbe in grado di provocare terremoti di magnitudo 6.9. Oltre al problema sismicità c’è una grande discussione anche attorno ai progetti del ponte. Alcuni propongono una campata, altri due, altri addirittura tre. Nel 2005, l’azienda Webuild si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione del ponte, vincendo un bando internazionale. Alla fine, però, non si era concretizzato nulla.

Riguardo la costruzione del Ponte sullo Stretto si è poi più volte parlato nei Governi successivi ma senza mai una proposta concreta. Nel 2021, durante il Governo Draghi, il tema è tornato in auge e il governo aveva delegato a Italferr, società del gruppo FS, una nuova analisi di fattibilità. Il 4 agosto 2021 il nuovo studio era stato presentato e il Ministro delle Infrastrutture, all’epoca Enrico Giovannini, voleva affidare sempre a Italferr la stesura di un progetto di fattibilità tecnico-economica per confrontare le diverse soluzioni possibili. In poche parole, si sta ancora discutendo se fare un ponte a campata unica, secondo il vecchio progetto oppure un ponte a tre campate.  Quest’ultimo sembrerebbe favorito tra gli esperti perché avrebbe un minor impatto ambientale e sembra anche costi inferiori. Nell’ultimo aggiornamento ufficiale presentato dall’ex ministro Giovannini con un’informativa al Consiglio dei ministri era stata inserita anche “l’opzione zero” una soluzione che dichiara come la costruzione del ponte potrebbe essere inutile e improduttiva. Il Governo Draghi ha, quindi, nuovamente sospeso il progetto e ha poi rimesso ogni nuova decisione nelle mani del nuovo governo.

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