Ponte sullo Stretto, ok Bilancio di Stato al finanziamento: ‘stanziamento idoneo’. Manca progetto esecutivo richiesto dal Wwf

Lo stanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina disposto in manovra è ritenuto idoneo per l’integrale copertura finanziaria del costo del collegamento ferroviario e stradale (escluse le opere a terra, di competenza di Rfi), quantificato in 12 miliardi”. Ma “tale quantificazione dell’onere andrebbe accompagnata da dati e elementi al fine di effettuare una valutazione circa la congruità delle risorse stanziate“. E questo quanto evidenziato nel dossier sulla Finanziaria nazionale predisposto dai tecnici del “Servizio Bilancio” del Senato.

“Nel totale sono stati esclusi la remunerazione dell’investitore privato, l’adeguamento del progetto esecutivo, oltre che l’aggiornamento dei prezzi dei contratti scaduti. Vanno valutati anche gli oneri delle opere di Anas e Rfi a terra che andranno inseriti nei contratti di programma. Inoltre, in relazione all’impatto sui saldi di finanza pubblica, appare utile che sia fornita la rappresentazione degli effetti, in termini di fabbisogno e indebitamento netto, anche oltre il triennio considerato dalla norma”.

L’articolo 56, comma 1, quello inserito nella Finanziaria, che riguarda il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria e che stabilisce: “Al fine di consentire l’approvazione da parte del Cipess-Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile entro l’anno 2024 del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, autorizza la spesa complessiva di 11,63 miliardi di euro per il periodo 2024-2032 e prevede che, con apposite delibere Cipess, sia attestata la sussistenza di eventuali ulteriori risorse e ridotta corrispondentemente la predetta autorizzazione di spesa”.

“A tal fine, nelle more dell’individuazione di ulteriori fonti di finanziamento atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato, è autorizzata la spesa complessiva di 11.630 milioni di euro, così articolata nei diversi esercizi finanziari: 780 milioni per l’anno 2024; 1.035 milioni per l’anno 2025; 1.300 milioni per l’anno 2026; 1.780 milioni per l’anno 2027; 1.885 milioni per l’anno 2028; 1.700 milioni per l’anno 2029; 1.430 milioni per l’anno 2030; 1.460 milioni per l’anno 2031; 260 milioni per l’anno 2032″.

Nella relazione tecnica viene evidenziato che lo stanziamento di 11,63 miliardi previsto dal comma in esame assicura “unitamente ai 370 milioni di euro costituiti dall’apporto al capitale della società Stretto di Messina da parte del Mef, l’integrale copertura finanziaria del costo del collegamento ferroviario e stradale (escluse le opere a terra, di competenza di Rfi), quantificato in 12.000 milioni di euro“. “Il costo complessivo dell’opera è stato rideterminato escludendo gli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall’investitore privato, non coerenti con l’impianto finanziario delineato dal richiamato Dl 35 del 2023“.

E’ stato anche previsto che, entro il 30 giugno di ogni anno, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, presenti informativa al Cipess sulle iniziative intraprese “ai fini del reperimento di fonti di finanziamento diverse da quelle a carico del bilancio nazionale a copertura dei costi di realizzazione dell’opera”.

A parte lo stanziamento per il Ponte sullo Stretto di Messina disposto in manovra che è ritenuto idoneo per l’integrale copertura finanziaria il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto non esiste perché la relazione di aggiornamento presentata è ancora “in fase di istruttoria ed esame da parte degli Uffici della società al fine di verificare la completezza generale e la congruità rispetto alle previsioni del Decreto”.

Questo mette nero su bianco la Società Stretto di Messina nella lettera di risposta inviata al Wwf che ha fatto richiesta di accesso agli atti per poter “visionare ed estrarre copia di tutti i documenti completi o quanto altro inerente la relazione di aggiornamento del progetto definitivo denominato Ponte sullo Stretto di Messina, nonché avere indicazione del responsabile del procedimento e dei relativi tempi di definizione dello stesso”.

Il “rifiuto”, firmato da Pietro Ciucci e spedito per conoscenza anche al ministero delle Infrastrutture, richiama decreto e vari commi ma la sintesi è chiara: la Stretto non uscirà nessun atto perché  “il Decreto ha previsto un articolato meccanismo di aggiornamento del progetto definitivo dell’Opera” che di fatto ancora non c’è anche se non passa giorno senza che il Mit sbandieri una data di inizio del cantiere previsto per l’estate del 2024 e perfino di fine lavori, verosimilmente entro luglio 2030, come sostenuto dalla sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento Matilde Siracusano ai microfoni di “Un giorno da pecora”.

Ciucci, poi, mette in dubbio anche la “effettiva sussistenza degli elementi soggettivi ed oggettivi di legittimazione” dell’associazione ambientalista ad avanzare la richiesta.

Wwf sta valutando se contestare o meno la risposta del manager. Nel frattempo ha nuovi elementi per definire “una cambiale in bianco” l’impegno del governo Meloni per il Ponte sullo Stretto e contestare  “l’approssimazione della valutazione degli impatti ambientali e degli aspetti economico finanziario”.

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