Populismo e rifiuto delle élites e della competenza

La parola populista è assai vaga e sottende molte definizioni. Un aspetto, però, le accomuna: il rifiuto delle élites, della loro cultura, del loro modo di ragionare. Combattere le élites non è una novità, lo hanno fatto per secoli i partiti socialisti e comunisti. Ciò che distingue i populisti di oggi da quelli di ieri è che non solo combattono le élites, ma snobbano anche la competenza, quella che si acquisisce con l’istruzione e l’esperienza, sia nel campo tecnico che in quello politico. I leader storici italiani dei partiti di sinistra combattevano le élites, ma non rifiutavano la competenza. Oggi sembra essere diventato un merito non avere una buona istruzione, non avere esperienza, Una sorta di apologia dell’ignoranza. Ma competenza significa anche efficacia. Facciamo un esempio: due politici possono non essere d’accordo sul modo d redistribuire le ricchezze, nel modo di trasferirle dal più abbiente al meno, ma non possono non avere le competenze necessarie o quantomeno sufficienti per realizzare il proprio obiettivo, che sarà in seguito giudicato dagli elettori in quanto all’efficacia. Luigi Di Maio, che se nascerà il governo Conte ha chiesto il Dicastero del Lavoro e Sviluppo Economico, ma si sa che non ha alcuna preparazione al riguardo. Questo, però, non sarà un problema se si circonderà di validi collaboratori, almeno ce lo auguriamo. Secondo esempio: nei Paesi più avanzati, soprattutto se sono guidati da coalizioni, occorre che il Presidente del Consiglio abbia la capacità e la competenza necessarie per gestire il vincolo di bilancio dell’intero governo e cercare di equilibrare le domande provenienti dai singoli ministri, spesso in contrasto tra loro. Allo stato delle cose, in Italia dubitiamo che il Premier incaricato, Prof Conte, sia in grado di gestire queste richieste, non per incapacità, sia chiaro a tutti, ma perché non potrà rifiutare le richieste di Di Maio e Salvini, alla guida sicuramente di due importanti ministeri di spesa. Terzo esempio: Le leggi vengono fatte da un punto di vista formale dal Governo e dal Parlamento, ma sostanzialmente vengono scritte dagli alti burocrati di Stato: capi di gabinetto, magistrati, avvocati di Stato, consiglieri di Stato ecc. Quindi più il Ministro è incompetente o circondato da consiglieri non all’altezza della funzione da svolgere, più sarà in balia delle decisione del suo capo di gabinetto. Ma non vi sono solo le burocrazie nazionali, ma anche quelle dell’UE. Spesso i dossier europei sono più complicati di quelli nazionali e, quindi, diventa più difficile far valere le proprie ragioni in ambito comunitario. E certamente le dichiarazioni e/o esternazioni di Salvini sull’operato dell’UE non aiutano. Essere euroscettici non significa essere incompetenti e capisce da solo che per far valere le proprie ragioni non serve mettersi in rotta di collisione.Quando si sostiene che uscire dall’euro non avrebbe costi si è incompetenti o forse anche in mala fede, perché si parla senza dare qualcosa di concreto alla proprie parole.

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