La Cassazione boccia il Porcellum. Secondo la Suprema Corte, infatti, il premio di maggioranza previsto da tale sistema elettorale alla Camera dei Deputati, altera gli equilibri costituzionali. “Si tratta di un meccanismo, scrive la Cassazione, che incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare governabilità” e, dall’altro, “provoca una alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”. Per quanto riguarda invece il premio previsto per il Senato la suprema Corte esprime “dubbi di legittimità costituzionale per la mancanza di una soglia minima di voti” e per “un meccanismo irrazionale che di fatto contraddice lo scopo della governabilità”. Per i giudici, “il risultato è una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra di loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.
E infatti, secondo la Cassazione, “essendo il premio diverso per ogni regione, il risultato è una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni di lista su base nazionale. Le diverse maggioranze regionali non avranno mai modo di esprimersi e di contare, perché il Senato è un’assemblea unitaria e il governo è nazionale”. In questo modo, annota la Suprema Corte, “si favorisce la formazione di maggioranze parlamentari non coincidenti, pur in presenza di una distribuzione del voto sostanzialmente omogenea tra i due rami del Parlamento, e si compromette sia il funzionamento della nostra forma di governo parlamentare nella quale, secondo i dettami del bicameralismo perfetto, il governo deve avere la fiducia delle due Camere, sia l’esercizio della funzione legislativa che l’art. 70 della Costituzione attribuisce paritariamente alla Camera e al Senato”. La violazione “dei principi di ragionevolezza e uguaglianza del voto è per il Senato ancora più evidente se si considera che l’entità del premio, in favore della lista o coalizione che ha ottenuto più voti, varia regione per regione ed è maggiore nelle regioni più grandi e popolose, con l’effetto che il peso del voto (che dovrebbe essere uguale e contare allo stesso modo ai fini della traduzione in seggi) è diverso a seconda della collocazione geografica dei cittadini elettori”.
Atti Porcellum trasmessi alla Consulta. La Cassazione, dichiarando quindi “rilevanti”, in relazione alla Costituzione e alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, “le questioni di legittimità” sollevate in un ricorso sulla legge elettorale 2005, il cosiddetto Porcellum, ha disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Consulta.