Mancano ormai meno di 10 giorni – ossia il tempo necessario per arrivare al prossimo giovedì 30 giugno 2022 – e il tanto temuto POS (che altro non è che la sigla dei termini inglesi “point of sale“, ossia la traduzione della dicitura italiana “punto vendita“) diventerà obbligatorio per tutti gli esercizi commerciali del nostro Paese, ma anche per le partite iva e i liberi professionisti che emettono prestazioni professionali per conto di terzi e devono ricevere il relativo pagamento.
L’obbligo di essere dotati di Pos per esercenti e professionisti esiste ormai dal lontano 2013, ma l’allora governo tecnico di Mario Monti aveva previsto che la multa recapitata ai soggetti inadempienti dovesse diventare operativa dal 1 gennaio 2023. Una scelta che è stata confermata anche dall’attuale Parlamento tramite l’approvazione del primo decreto Pnrr varato lo scorso dicembre.
Con l’entrata in vigore del decreto attuativo varato del Consiglio dei ministri (pubblicato in Gazzetta Ufficiale ad aprile) la data è stata dunque anticipata al prossimo 30 giugno 2022. L’obbligo diverrà quindi attivo secondo quanto stabilito dalla legge e sarà valido sia per chi lavora a stretto contatto con il pubblico – ad esempio i piccoli negozi, le boutique e le rivendite al dettaglio – ma anche per liberi professionisti come avvocati e medici.
D’ora in avanti in Italia nessuno si potrà rifiutare di ricevere un pagamento con questo metodo di transazione. Ma cosa ha spinto la politica a dirigersi verso questa soluzione? Rendere il POS obbligatorio è stato fatto in primis per agevolare tutte le persone che hanno rinunciato ai contanti, nel corso del tempo, per utilizzare solo la moneta virtuale: sono ormai moltissimi gli italiani che saldano una spesa utilizzando esclusivamente (o quasi) le carte di credito, di debito oppure tramite la modalità contactless attiva sul telefono cellulare.
Un altro motivo è sicuramente quello legato al contrasto dell’evasione fiscale, uno delle questioni più spinose nella storia del nostro Paese e che incide in maniera determinante sul saldo annuo dei conti pubblici dell’Italia. Le categorie coinvolte molto spesso sono proprio quelle interessate dal nuovo obbligo: infatti molti commercianti si rifiutano di ricevere pagamenti con il POS per non fare lo scontrino, evitando così di pagare le relative tasse.
Si prevede quindi una vera e propria proliferazione degli apparecchi per il pagamento elettronico, che già ognuno di noi incontra in moltissime attività quotidiane, dalla spesa al supermercato agli acquisti presso i negozi specializzati. Ma non sarà una novità scontata per tutti, soprattutto per coloro che sanno di avere diverse difficoltà nel rapporto con questi dispositivi digitali.
Ecco allora un elenco di consigli e accorgimenti per evitare di ritrovarsi con le mani fra i capelli poco dopo aver effettuato un saldo tramite carta:
- controllare bene l’importo inserito dal commerciante/esercente: nel caso in cui sia maggiore del dovuto, non sarà sempre possibile annullare la transazione in corso
- ricordare a memoria il codice Pin da inserire all’atto del pagamento e al contempo annotarselo in un posto segreto e riservato
- conservare la documentazione consegnata dall’ente che ha emesso la carta (banca, Posta o altro istituto) per poterla riutilizzare in caso di transazione non corretta o eseguita in maniera involontaria