La partita europea di Lega e Movimento cinque stelle diventa sempre più rischiosa e gli sviluppi finanziari delle dichiarazioni di Salvini sul deficit non facilitano il compito del governo. Nei giorni scorsi i richiami ultra rigoristi del premier austriaco Sebastian Kurz, hanno gelato le aspettative di chi puntava a un’alleanza tra il partito di Matteo Salvini e la parte del Partito popolare europeo più vicina ai sovranisti.
Ieri la bocciatura di Angela Merkel anche a quello che a molti sembrava un possibile obiettivo di medio termine per la Lega, l’approdo nel Ppe. “No”, ha risposto secca la cancelliera tedesca a chi le chiedeva se fosse uno scenario credibile. “È evidente che per esempio per quello che riguarda la politica sui migranti abbiamo approcci molto differenti. Già questo è un motivo per cui il Ppe non si aprirà al partito del signor Salvini”, ha spiegato al Sueddeutsche Zeitung. “Quel che è certo”, aggiunge Merkel, “è che Manfred Weber nell’elezione a presidente della Commissione non si renderà dipendente dai voti di questi partiti”.
Weber, il candidato di punta dei popolari europei per la guida della Commissione europea, non è pregiudizialmente contrario alla Lega per questo era visto con speranza dai leghisti più moderati.
La frase di Merkel non esclude possibili alleanze post elettorali, ma senza vincoli. Non è a questo che punta il governo Cinquestelle-Lega e non solo per uscire da un isolamento che, al di la della propaganda, non piace né a Salvini né a Di Maio. Il governo spera di potere contare nella clemenza di Bruxelles sui conti pubblici.