epaselect epa07037837 German Chancellor Angela Merkel speaks during a press conference in Munich, Germany, 21 September 2018. German Social Democrats' party calls for a renegotiation of the promotion of the President of the Office for the Protection of the Constitution Hans Georg Maassen to Secretary of State. Maassen was promoted after the SPD had doubted its suitability in the fight against right-wing extremism, based on statements about the riots in Chemnitz. EPA/MARC MUELLER

Ppe tra Lega e Merkel

La partita europea di Lega e Movimento cinque stelle diventa sempre più rischiosa e gli sviluppi finanziari delle dichiarazioni di Salvini sul deficit non facilitano il compito del governo. Nei giorni scorsi i richiami ultra rigoristi del premier austriaco Sebastian Kurz, hanno gelato le aspettative di chi puntava a un’alleanza tra il partito di Matteo Salvini e la parte del Partito popolare europeo più vicina ai sovranisti.

Ieri la bocciatura di Angela Merkel anche a quello che a molti sembrava un possibile obiettivo di medio termine per la Lega, l’approdo nel Ppe. “No”, ha risposto secca la cancelliera tedesca a chi le chiedeva se fosse uno scenario credibile. “È evidente che per esempio per quello che riguarda la politica sui migranti abbiamo approcci molto differenti. Già questo è un motivo per cui il Ppe non si aprirà al partito del signor Salvini”, ha spiegato al Sueddeutsche Zeitung. “Quel che è certo”, aggiunge Merkel, “è che Manfred Weber nell’elezione a presidente della Commissione non si renderà dipendente dai voti di questi partiti”.

Weber, il candidato di punta dei popolari europei per la guida della Commissione europea, non è pregiudizialmente contrario alla Lega per questo era visto con speranza dai leghisti più moderati.

La frase di Merkel non esclude possibili alleanze post elettorali, ma senza vincoli. Non è a questo che punta il governo Cinquestelle-Lega e non solo per uscire da un isolamento che, al di la della propaganda, non piace né a Salvini né a Di Maio. Il governo spera di potere contare nella clemenza di Bruxelles sui conti pubblici.

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