Si sta ricomponendo il puzzle sull’omicidio di Cleofe Nizzi, la 90enne uccisa ieri a coltellate nella sua abitazione in provincia di Prato. Nella notte è stata fermata la badante 25enne dell’anziana. La giovane, dopo ore ed ore d’interrogatorio ed continue contraddizioni, è crollata ed ha ammesso le proprie responsabilità. Varie sono stati gli elementi per i quali gli investigatori hanno subito seguito la pista dell’omicidio e non quella di un’eventuale rapina finita in tragedia:
Nessun segno di effrazione. A far dubitare gli investigatori sono stati alcuni particolari, come il fatto che non c’erano segni di effrazione alla porta e che la cassaforte non fosse stata neppure aperta o scassinata. Inoltre secondo l’inventario effettuato dal figlio della vittima, dall’abitazione della donna non era stato sottratto nulla.
Le false dichiarazioni della badante. In un primo momento, la badante, da pochi giorni in servizio dall’anziana, aveva detto di essere uscita di casa dalle 15 alle 17 e al rientro, di aver trovato il cadavere. Da alcuni riscontri investigativi è poi emerso che la donna, nel recente passato, espresso agli amici un forte disagio per il fatto di dover lavorare con gli anziani.
La colf con un passato di depressione ed un tentativo di suicidio. La badante, lo scorso 14 dicembre, si era gettata nelle acque del fiume Bisenzio, a Prato, per togliersi la vita, ma era stata salvata dai carabinieri. La ragazza soffre di depressione per il proprio lavoro, che la costringe a passare le sue giornate con persone anziane e malate.