Prefazione del Calendario Storico 2023 del Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi

Vi confido che molte volte, ancor prima di diventare Comandante Generale, mi chiedevo perché il Calendario dell’Arma fosse diventato un appuntamento così significativo nel panorama editoriale italiano. Certo, contano molto l’esperienza maturata in quasi un secolo di vita (il primo è del 1929) e la bravura dei colleghi redattori che hanno sempre mandato in stampa argomenti non scontati, immagini che suscitano emozioni e contributi di firme prestigiose.

Sono però convinto che la ragione del suo successo stia nel fatto che il calendario dell’Arma è un’autentica pubblicazione popolare. Parla lo stesso linguaggio dei suoi lettori, racconta storie appartenenti al loro mondo, esplora paesaggi di condivisa familiarità e traguarda orizzonti comuni. Non potrebbe essere altrimenti, giacché il Carabiniere vive la medesima realtà della gente che ha il compito di servire e tutelare. Una pubblicazione popolare anche per la sua diffusione, con una tiratura di oltre un milione di copie, tradotta in sette lingue, ricercata e collezionata in Italia e all’estero da un pubblico tanto eterogeneo quanto accomunato da una genuina affezione all’Istituzione.  

Il nostro calendario, insomma, è stato e continua a essere lo specchio del Paese nel suo procedere nella storia. L’edizione 2023 affronta uno scenario di straordinaria attualità e indubbia urgenza: la sfida ambientale.

Nella seconda metà del secolo scorso – un battito d’ali nell’epoca contemporanea – l’ambiente era ancora percepito da molti come un mero contenitore, una riserva quasi inesauribile di risorse, una proprietà esclusiva dell’uomo asservita al suo tumultuoso e inarrestabile progresso. Oggi, invece, occupa il primo posto nell’agenda del pianeta, costringe a ripensare a certezze e abitudini consolidate, insegna a guardare il mondo sotto una prospettiva diversa. Ci sollecita, in altre parole, a rinunciare a una visione miope, ancorata all’egoismo di un benessere nel breve termine, affinché sia garantito un futuro vivibile alle generazioni che verranno dopo di noi.

L’Arma è in prima linea anche su questo versante. L’ho detto più volte, ma desidero ribadirlo qui: nel 2017, l’acquisizione delle competenze e delle risorse del Corpo Forestale dello Stato, una fra le più antiche e prestigiose Istituzioni del nostro Paese, ha fatto dei Carabinieri la più grande forza di polizia ambientale d’Europa. Attualmente, il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari opera a tutela della qualità della vita e degli ecosistemi nel nostro Paese: dalla lotta alle ecomafie al contrasto dell’inquinamento, dalla prevenzione degli incendi alla tutela delle acque, dalla contraffazione alimentare alle frodi comunitarie, dalla salvaguardia delle specie in via di estinzione alla custodia delle riserve naturali e dei parchi. A questo si aggiunge il crescente impegno in campo internazionale, con l’obiettivo di promuovere ovunque la sensibilità e la cultura ambientali su temi cruciali per la protezione dell’intero Pianeta, non ultimo quello delle conseguenze del riscaldamento globale.

Già, ma come declinare concetti di tale portata in un calendario?

Avevamo a disposizione dodici storie di un grande nome del giornalismo ambientale, Mario Tozzi, di cui abbiamo imparato ad apprezzare l’autorevolezza scientifica, l’impegno appassionato e la capacità divulgativa. Per accompagnare il testo servivano, però, immagini forti, iconiche, capaci di arrivare non soltanto all’occhio, ma anche alla coscienza dei lettori. Più che immagini, veri e propri manifesti che abbiamo affidato alla creatività dello Studio Armando Testa, erede di colui che ha segnato con visionaria genialità la storia della comunicazione in Italia.

Nascono così le dodici tappe di un percorso che svela l’importante azione dei Carabinieri a difesa dell’ambiente e del territorio del Paese, a protezione del patrimonio faunistico e vegetale nostrano, a salvaguardia di una civiltà agroalimentare che il mondo ci invidia.

Si tratta di un’attività svolta dall’Arma ogni giorno, con grandissima passione e altissima professionalità, da circa settemila donne e uomini dei reparti dell’organizzazione forestale, ambientale e agroalimentare. Ma non solo. Le stesse priorità, le medesime consapevolezze e motivazioni connotano, da sempre, la quotidianità del lavoro svolto da Stazioni e Tenenze e da tutti gli oltre centomila Carabinieri impegnati a garantire legalità e sicurezza, fedeli alle attribuzioni e alle incombenze già sancite nelle Regie Patenti del 15 ottobre 1816, poi richiamate nel Regolamento Generale del 1822, che al Capo V, nr. 34, già attribuivano ai Carabinieri il compito <<di arrestare i devastatori de’ boschi, o di qualunque raccolto delle campagne, come pure tutti coloro che fossero stati trovati nell’atto di guastare le strade, gli alberi piantati lungo d’esse, siepi, fossi e simili>>. Un’attività che coinvolge, quindi, l’Arma intera e che è giusto far conoscere al grande pubblico, proprio per gli straordinari risultati ottenuti in poco più di un quinquennio, con un calendario dedicato.

Il nostro impegno non si ferma, tuttavia, alla prevenzione e alla repressione di reati e di illegalità ad impatto ambientale. Riteniamo altrettanto fondamentale un dialogo continuo con le nuove generazioni, con le scuole, con i bambini nei quali già si colgono i primi, incoraggianti germogli di una consapevolezza e di una sensibilità che sorprendono e incantano. Questo è lo spirito del progetto nazionale «Un albero per il Futuro», che prevede la donazione e la messa a dimora nelle scuole italiane, da parte dei Carabinieri, di migliaia di giovani alberi (dal 2020 ne sono stati già piantati circa 26.000). Fra questi, l’albero del giudice Falcone, un particolare fico che cresce nei pressi della casa del giudice simbolo della lotta alla mafia, le cui gemme sono state duplicate nel moderno Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità Forestale di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo. Anche questo conta, anche questo aiuta. Anche questo è un doveroso gesto di attenzione verso i nostri posteri.

Un’attenzione, quella nei confronti di chi verrà dopo di noi, che ha trovato posto nel testo del nuovo articolo 9 della nostra Costituzione, dedicato alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, così iscrivendo, tra i principi fondamentali che devono regolare la nostra convivenza, la via della sostenibilità nell’interesse delle future generazioni. A loro dobbiamo anche la tutela di quello che dall’ambiente ci proviene e, per questo, sappiate che ogni giorno da qualche parte c’è un Carabiniere che sta lavorando per difendere la qualità, l’autenticità e la salubrità delle nostre filiere agro-alimentari.

Buona lettura.

 

 

 

 

 

 

 

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