La commissione Giustizia del Senato oggi dovrà votare l’abbinamento dei provvedimenti che riguardano la prescrizione alla riforma del processo penale. E’ questo il passaggio formale deciso all’interno della maggioranza per tentare di sciogliere il nodo intercettazioni-prescrizione. Si tratta di un passo obbligato, spiega il relatore Felice Casson, per riuscire a reintrodurre nella riforma del processo penale il tema della prescrizione. Allo stato, spiega Casson, sono 8 i provvedimenti sulla prescrizione che potrebbero venire abbinati alla riforma, dopodiché si potrà presentare il testo base che conterrà anche il capitolo prescrizione. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando che si dice ‘cautamente ottimista’ sulla possibilità di portare a casa il provvedimento. Si è tenuta ieri, infatti, una riunione al Senato tra Pd e Ncd per cercare un’intesa sul capitolo della prescrizione nella riforma del processo penale. A quanto si apprende da fonti parlamentari, il Pd punta a confermare l’impianto del ddl come approvato alla Camera e quindi anche l’aumento dei tempi per la prescrizione per reati contro la Pubblica amministrazione. L’intesa tra il Pd, che spingeva per un allungamento sostanziale dei tempi e Ncd, che invece frenava, dovrebbe chiudersi su un aumento di 3 anni dei termini di prescrizione in appello e cassazione. L’Anm chiede, invece, interventi più efficaci e una riforma più organica. Si partirà dal testo della Camera, e l’accordo sui contenuti arriverà con la fase emendativa. Utilizzando l’impianto del testo uscito dalla Camera si lavora per rivedere complessivamente il meccanismo della prescrizione e per prevedere per i reati contro la pubblica amministrazione tempi più lunghi per la prescrizione, in modo da rendere pressoché impossibile che i processi in questa materia possano finire nel nulla. Sulla prescrizione Grasso ha messo un aut aut dicendo che è una questione di metodo e che per rispetto istituzionale il testo approvato dalla Camera non si può bypassare. Ben il 70% delle prescrizioni, secondo dati ministeriali, matura durante la fase delle indagini preliminari, ossia in una fase governata totalmente dalla magistratura e non dovrebbe avere senso addossare colpe alla politica di patologie tutte interne alla gestione del procedimento penale. L’Associazione nazionale magistrati, in relazione al dibattito emerso negli ultimi giorni, nell’affermare il proprio ruolo collegiale di interlocutore istituzionale, ribadisce la necessità di intervenire sui temi della giustizia e rifiuta ogni tentativo di strumentalizzazione del proprio operato. Intende, pertanto, continuare a fornire contributi tecnici, mediante proposte concrete e di contenuto, ad ogni iniziativa legislativa che possa migliorare l’esercizio della giurisdizione, la tutela dei diritti, le condizioni di lavoro dei magistrati e, con esse, il servizio ai cittadini, compito esclusivo della magistratura.
Cocis