Ieri è stata presentata alla Sala Umberto di Roma la Stagione Teatrale 2015-2016. In particolare il 2015 è il primo anno di un progetto triennale, secondo le indicazioni del recente decreto che regola il Fondo Unico dello spettacolo. Abbiamo colto i suggerimenti contenuti in questa norma, che invita alle aggregazioni, per aumentare la dimensione, dare stabilità e sostenibilità allo sviluppo teatrale. A tal fine è nata O.T.I., Officine del teatro italiano, di cui la Sala Umberto fa parte insieme al Teatro Brancaccio, allo Spazio Diamante e a breve allo Spazio Impero e con la collaborazione di Gianluca Ramazzotti. Questo gruppo distinto per vocazione e storia, rappresenta un’opportunità per rafforzare il mondo del teatro. Solo un piccolo problema ci preoccupa. Svolgiamo un’attività di interesse pubblico; produciamo molti spettacoli, oltre che ospitarne; perseguiamo la multidisciplinarietà promuovendo la danza, il circo contemporaneo, il musical, la prosa, la musica, i progetti che supportano le categorie più deboli, il teatro ragazzi, la formazione e l’informazione del pubblico, la scuola di teatro. Però, siamo privati. Questo è il problema. Non possiamo essere equiparati ideologicamente ad un soggetto pubblico che svolge le medesime attività. Per di più siamo in una regione con un debito tale che non consente di sperare in un sostegno efficiente al sistema cultura. Il nostro pubblico è l’unica ancora di salvezza, ma non è sufficiente per coprire i costi. Speriamo che qualcuno nel paradiso del Mibact si ponga il problema Riguardo i risultati di questa stagione, la Sala Umberto conferma l’andamento della scorsa, realizzando 243 recite in 215 giornate lavorative, ospitando 39 compagnie, di cui 23 di teatro ragazzi; totalizzando circa 89.000 presenze, di cui 15.000 bambini delle scuole.Pertanto chiudiamo il bilancio con la consueta perdita, nonostante le produzioni avviate abbiano avuto un buon riscontro.La prossima stagione verrà inaugurata il 15 settembre, da “Un coperto in più”, scritto da Maurizio Costanzo negli anni ’70 e rappresentato all’epoca dai mitici Aldo e Carlo Giuffrè. Oggi, Maurizio Micheli e Vito sotto la direzione di Gianfelice Imparato, saranno i protagonisti di una storia ironica e tenera. Dal 29 settembre “Il metodo”, di Jordi Galceran, noto autore contemporaneo spagnolo, già presente nella passata stagione. Lo spettacolo, prodotto da noi, debutterà al Festival di Napoli il 22 giugno e sarà diretto da Lorenzo Lavia, con un eccellente cast composto da Giorgio Pasotti, Fiorella Rubino, Gigio Alberti e Antonello Fassari. Il metodo Gronholm viene utilizzato dalle multinazionali per la selezione del personale; quattro manager si incontrano per battersi senza esclusione di colpi per il posto da direttore generale. Questo spettacolo può essere definito un dramma buffo e, al ritmo di un thriller, porta lo spettatore ad un sorprendente finale. Un’altra nostra produzione segna l’atteso ritorno in teatro di Elena Sofia Ricci che in “I blues”, di Tennessee Williams, incontra nuovamente Armando Pugliese, che la dirigerà lungo un percorso dove al centro della vicenda c’è la donna, declinata nei suoi differenti stati emozionali. Dagli atti unici di Williams alla ricerca di un’unità narrativa che rappresenta la sfida per una grande attrice. A Natale un progetto veramente unico, sempre prodotto da noi: “Il bagno” di Astrid Veillon, tradotto da David Conati, con Stefania Sandrelli, Amanda Sandrelli, Elda Alvigini, Euridice Axen, sotto la direzione di Gabriel Olivares, attualmente uno dei registi spagnoli più importanti che lavora nel gruppo El Relo produciones. E’ la prima volta che Stefania ed Amanda si incontrano sul palcoscenico e sono veramente grato a loro per aver accettato questo progetto. Il bagno è lo spazio dove, durante una festa di compleanno, avviene di tutto, il luogo dove ci si può sfogare, raccontare, spettegolare. Una commedia irresistibile. Passiamo ora ad un progetto che si realizza dopo un lungo periodo di incubazione; è una nostra coproduzione con Walter Mramor di A.Artisti Associati. Il testo di Mark Medoff è del 1978, “Figli di un dio minore”, tradotto da Lorenzo Gioielli e diretto da Marco Mattolini con Giorgio Lupano e Rita Mazza. Tutti ricorderete dell’omonimo film che nel 1986 diede l’Oscar e il Golden Globe alla protagonista Marlee Matlin, una sordomuta. Il progetto è stato anche possibile grazie alla collaborazione con l’Istituto Statale dei Sordi, con il quale Marco Mattolini ha condotto una serie di seminari per aspiranti attori sordomuti e non, al fine di selezionare il cast. Un grande lavoro durato mesi, per apprendere la lingua dei segni è stato fatto in modo eccellente da Giorgio Lupano. E’ stata una grande emozione conoscere questa realtà. Abbiamo imparato che l’unica differenza tra noi e i sordi è che loro non sentono. Ma la sordità non è il contrario dell’udito, è un silenzio pieno di vibrazioni. Uno spettacolo probabilmente difficile da spiegare al pubblico, ma che sarà una piacevole sorpresa, intenso ed emozionante. Da non perdere.La difficoltà nel rapporto di coppia e la riflessione sull’amore sono i temi dei seguenti testi: “L’amore migliora la vita”, scritto e diretto da Angelo Longoni, con Ettore Bassi, Gaia De Laurentiis, Eleonora Ivone, Giorgio Borghetti. Una commedia divertente e scorretta sulla necessità di comprendere se stessi e le persone che ci sono vicine e che più amiamo; “Figli, mariti, amanti…”, scritto da Simona Izzo, diretto da Ricky Tognazzi e interpretato da entrambi. Considerazioni amare e irresistibilmente comiche, raccontano la difficoltà di accettare la propria età. Nessuno ha voglia di sentirsi ricordare che si diventa grandi; “Appuntamenti al buio”, di Stefano Reali: due coppie di Amici d’età diverse hanno lo stesso problema: essere sempre “connessi”, limita la nostra intimità? Oggi il vero lusso è il proprio tempo libero. Riflessioni in commedia brillante. Su questa ultima proposta attendiamo il cast dalla produzione.Pregi e difetti della vita. Istruzioni per l’uso. Tutto questo ce lo racconta Riccardo Rossi in “That’s life”, diretto di Carlo Di Risio. Pamela Villoresi e Claudio Casadio, diretti da Francesco Zecca, si misurano con il noir di Massimo Carlotto,”Il mondo non mi deve nulla” Lui è Adelmo, un ladro stanco e sfortunato. Lei è Lise, una croupier tedesca in pensione. Due personaggi infinitamente lontani eppure entrambi cercano il modo di essere compresi e amati dall’altro. Un duello emotivo con finale a sorpresa. Anche nella prossima stagione abbiamo scelto quattro spettacoli fortemente radicati con le realtà regionali di provenienza: dalla Sicilia, dalla Campania e dal Lazio. Spettacoli che sanno emozionare e divertire il pubblico: Enrico Guarneri ritorna per il terzo anno con “Il paraninfo” di Luigi Capuana, una delle più classiche commedie popolari siciliane, diretto dal bravo Antonello Capodici. Da Napoli Biagio Izzo nel testo scritto e diretto da Vincenzo Salemme “L’amico del cuore”,, fortunata commedia scritta nel ’91, che ottiene ovunque grandi consensi. Carlo Buccirosso e la sua bella compagnia in “Una famiglia quasi perfetta”, ritorna nel suo teatro per la gioia di tutto il suo pubblico.Da Roma un poliedrico Giorgio Tirabassi da vita e voce a molteplici personaggi, tipici di una Roma popolare come “Arcangelo il truffatore “ o “Nello e Rufetto” esilaranti rapinatori. Musicisti: Daniele Ercoli al Contrabasso e Giovanni Lo Cascio alle percussioni. Tutto questo è “Coatto unico senza intervallo”. Ecco la prima stagione di un aspirante “Centro di produzione”, ricca di progetti di qualità e tesa a soddisfare fasce di pubblico distinte; speriamo di aver mirato giusto.Vi ricordo prima di chiudere il nostro progetto sul teatro ragazzi, curato da Livia Clementi, al suo decimo anno d’età. Ringraziamo il nostro pubblico, come sempre fonte e significato del nostro agire ed essere.Un particolare ringraziamento a tutti quelli che hanno contribuito alla raccolta fondi per il progetto di Afrika-Si Onlus “Sostegno Alimentare” per i bambini della baraccopoli Deep Sea Nairobi.Come sempre un sentito ringraziamento a tutto la staff.
Alessandro Longobardi