Presentazione di Gesù al Tempio: dalla religione all’impegno sociale, il valore degli anziani

Oggi, a distanza di quaranta giorni dal Natale, ricorre la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, conosciuta anche come festa della Candelora o Festa dell’Incontro. Si celebra l’incontro tra Gesù e l’umanità che lo attende.

Tenacia e ostinazione nella fede, nonostante la fragilità del corpo, vincono su tristezza e desolazione: la conferma è nel riconoscimento del Messia da parte di Simeone e Anna.

Il Vangelo propone in questo giorno due momenti particolarmente luminosi pieni del calore divino e umano.

Innanzitutto, la festa di oggi ricorda ai fedeli, nel Vangelo, la scena di un incontro al Tempio. Gli uomini vengono chiamati ad essere persone di incontro con Dio, con i fratelli e le sorelle, per essere luce di speranza; consapevoli del valore del sentimento di umanità.

Poi, l’entusiasmo della vita, quando essa è mossa dallo Spirito.

Vengono descritte due persone anziane eppure piene di vita, proprio perché mosse appunto dallo Spirito, in cui i loro occhi e il loro cuore sanno riconoscere Gesù quale salvezza del mondo.

Un esempio più che mai attuale, in un’epoca, quale è la nostra, in cui il ruolo degli anziani è fondamentale e particolarmente utile nel sociale; in alcune situazioni addirittura fondamentale.

Quindi, appare, al di là dell’aspetto strettamente religioso, anche un giusto riconoscimento ai tanti “non più giovani” e, in particolare ai nonni – e a chi nonno non è, ma si trova in quella fascia d’età – e alla loro saggezza e all’impegno che dimostrano, molti costantemente, quando non addirittura quotidianamente. Un esempio di preziosa e utilissima attività, nonostante gli anni non più verdi, soprattutto a favore dei propri cari e in particolare dei bambini e dei giovani e in varie funzioni di supporto, cone ad esempio i “nonni civici”.

Ritorna di alle scritture e ai cenni storici, in base alle prescrizioni dell’Antico Testamento, riguardo alla purezza cultuale (Lv 12,1-8), ogni donna era considerata impura dopo il parto di un bambino, per quaranta giorni. Se benestante, doveva offrire al tempio, come sacrificio di espiazione, un agnello e una giovane colomba; se era povera, invece, due giovani colombe.

Viene narrato che Maria, accompagnata da Giuseppe, presentò Gesù al tempio, per essere tradizionalmente “riscattato”, nella cerimonia di purificazione. Infatti, a Dio, da cui proviene ogni cosa, si doveva ogni primizia e, quindi, il primo figlio maschio.

Simeone ed Anna accoglievano quotidianamente  bambini diversi, per compiere il rito.

Maria e Giuseppe con Gesù si presentarono al loro cospetto ed è allora che i due anziani videro nel bambino la tanto attesa “luce per illuminare le genti” ovvero il Signore annunciato da secoli.

Anna anziana profetessa, viene presentata  come una donna che dedicava la sua vedovanza esclusivamente al Signore, quale vero sposo, e lo serviva con digiuni e pregando con convinzione notte e giorno. Era rimasta vedova molto giovane.

Simeone rappresenta il vero israelita, giusto e pio, guidato, come i profeti, dallo Spirito: in attesa del Messia, aveva atteso per una vita la consolazione di Israele, dopo averne condiviso desolazione, ingiustizie e dolore.

Simeone e Anna, figure dallo sguardo intenso e pieno di aspettativa, rappresentano con Spirito propositivo la costanza: coloro che hanno saputo attendere per una vita intera, senza cedere a stanchezza, sofferenza, solitudine, rassegnazione. Fermi nei principi della fede e rimasti interiormente giovani ed energici, grazie ad essa.

Dal cantico di Simeone, nel racconto del Vangelo di Luca, scaturisce come un raggio di luce, la profonda umanità di un uomo che viene presentato molto avanti negli anni, eppure interiormente vigoroso, come testimoniano i suoi occhi radiosi.

Tra tante persone e dottori della Legge, che si avvicendavano tra preghiere e liturgie, nel tempio, soltanto gli anziani Simeone e Anna riescono a vedere oltre, a capire, a individuare, proprio grazie alla capacità data dalla profonda fede, di cercare e di sognare, perché non accecati dall’abitudine e dall’indifferenza.

Un’importante testimonianza per chi crede. L’evidenza che il conforto e la forza della Parola di Dio sostengono sempre i credenti. Un messaggio anche per i non religiosi, che sottolinea l’importanza del credere e la forza interiore di chi riesce a farlo con assoluta intensità e determinazione.

Tra le tante raffigurazioni della Presentazione di Gesù al Tempio, alcune particolarmente pregevoli, spicca il magnifico affresco di Giotto, databile intorno al 1303-1305 – 200×185 cm – custodito nella Cappella degli Scrovegni a Padova, compreso nelle Storie di Gesù.

Teresa Lucianelli

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