Anche Fassina del Pd, interviene sulla presidenza della Convenzione per le riforme e come il collega Renza dice no a Berlusconi. Infatti, dopo la nomina dei sottosegretari dei Ministri, ritorna preponderante il problema delle riforme. E subito arriva lo stop di Renzi al Cavaliere, per bruciare sul nascere l’ipotesi che la presidenza venga affidata al a lui. Il sindaco di Firenze lo ha già detto: “Ora non esageriamo, un conto è fare un governo con il Pdl perché non ci sono alternative, altro è dare la Convenzione a Berlusconi”. “Se serve lo dirò: non è che possiamo arrivare a trasformarlo in un padre costituente”. Dunque “sarebbe un errore gravissimo accettare che faccia il presidente della Convenzione”. Una clausola, quella dell’elezione di Berlusconi alla guida della nuova “commissione dei 75” che per il sindaco “non può rientrare negli accordi di governo”, anche se qualcuno – Bersani o Letta – può aver fatto balenare questa possibilità nei giorni della trattativa sulle larghe intese. Mentre si amplificano le voci che indicano nel leghista Calderoli, come detto da ‘Repubblica’, il nome su cui potrebbero convergere Pd e Pdl, ma il ministro delle riforme Gaetano Quagliariello ci va cauto: “Non è stata ancora affrontata la questione della presidenza. Cercheremo di seguire questa vicenda senza entrarci – confermano da palazzo Chigi – la spinta del governo, se ci sarà, arriverà quando la scelta sarà maturata”.
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