L’Italia conquista il podio della pressione fiscale effettiva: con il 54% il Belpaese ha il record fra le economie sviluppate. E se negli altri Paesi si registra una riduzione della pressione, rispetto al Prodotto interno lordo emerso, nel nostro Paese si registra un costante aumento: dal 2000 al 2013 è cresciuta di 2,7 punti di Pil. Nello stesso periodo in Svezia il calo è stato di 7,6 punti, di 3,3 punti negli Usa e di 2 punti in Germania. Questi drammatici dati sono stati illustrati dall’Ufficio Studi Confcommercio in occasione di un convegno a Roma su pressione fiscale ed economia sommersa. Inoltre, la pressione fiscale effettiva nell’ultimo anno è aumentata dell’1%. Dietro Roma si colloca la Francia (50,3%), mentre il Regno Unito sfiora la soglia del 40%, la Spagna arriva al 36,7% e gli Stati Uniti al 27,9%. Confcommercio evidenzia come esista una correlazione fra calo della pressione fiscale e crescita: l’Italia, infatti, è – dietro il Portogallo – il paese con l’aumento più alto della pressione fra 2000 e 2013 ma anche quello con la decrescita più forte dell’economia, mentre la Svezia, che nello stesso lasso di tempo l’ha diminuita di 7,6 punti ha registrato una crescita del Pil di circa il 20 %.
Fassina: Evasione da sopravvivenza. Per il vice ministro dell’Economia, Stefano Fassina, Italia la pressione fiscale “è insostenibile” e di conseguenza “c’è un’evasione di sopravvivenza”. “La pressione fiscale é insostenibile – ha osservato l’esponente del Pd- e c’è una relazione stretta tra pressione fiscale, spesa e sommerso”. In Italia, ha aggiunto il vice ministro dell’Economia, “c’è un’evasione di sopravvivenza perché, senza voler strizzare l’occhio a nessuno e senza ambiguità nel contrastare l’evasione, certamente non è una questione prevalentemente di carattere morale ma ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono tanti soggetti economici a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno”.