Previdenza; Cnpr, risultato assestato 2022 + 85,04 milioni di euro

L’assemblea dei delegati della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili ha approvato i documenti contabili. Nel 2023 l’utile lordo è 68,98 milioni di euro

ROMA – L’assemblea dei delegati della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca (nella foto), ha approvato l’assestamento del preventivo 2022 e il bilancio di previsione per l’anno 2023.

Il 2022 è influenzato da una sensibile compressione dei rendimenti del patrimonio mobiliare, fortemente influenzato dall’elevata volatilità dei mercati finanziari nei primi sei mesi del 2022, derivata dagli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, nonché dalla conseguente inflazione, generata dalle sanzioni imposte dall’Europa e dagli Stati Uniti al petrolio e al gas di produzione Russa, che ha comportato un’eccezionale impennata dei prezzi. Tali eventi hanno oltremodo influenzato la politica monetaria delle banche centrali, chiamate a fronteggiare l’elevata inflazione, con conseguente innalzamento dei tassi d’interesse, il cui impatto si è riverberato sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario, mai così così correlati come in questo anno. L’assestamento del budget, grazie anche alla breve ripresa di fiducia dei mercati in luglio e agosto ha consentito di contenere l’accertamento della svalutazione degli investimenti iscritti nel circolante, rappresentati dai mandati di Gestione Patrimoniale Mobiliare.

Il budget assestato sottoposto all’approvazione dell’assemblea rileva un risultato al lordo delle poste di rettifica, iscritte all’insegna della prudenza, positivo per euro 85,04 milioni e un risultato netto negativo di 14,15 milioni.

Le rettifiche che influenzano il risultato netto sono legate all’incremento di 41 milioni della svalutazione delle attività finanziarie che esprimono un dato assestato di 66 milioni e dalla riduzione della svalutazione dei crediti per 1,3 milioni, che portano la svalutazione dei crediti iscritti nell’attivo circolante a 33,2 milioni.

Il budget assestato non tiene conto delle variazioni positive derivanti dal riaccertamento di contributi pregressi, interessi di mora e sanzioni già svalutate in passato, che saranno oggetto della consuntivazione tutt’ora in corso a seguito dell’adesione degli iscritti al provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva, che in base alle domande processate dall’ente, presentate entro lo scorso 20 ottobre ha registrato 10.361 domande.

Il bilancio di previsione assestato evidenzia una leggera crescita delle entrate contributive pari a 6,7 milioni che portano l’assestamento delle entrate per contributi a 311,8 milioni, a fronte di una morosità che al mese di settembre era di poco superiore al 16% rispetto all’accertamento della contribuzione dovuta.

La spesa per le prestazioni previdenziali e assistenziali si assestano a 247,3 milioni con un incremento di 1,1 milioni, mentre le prestazioni assistenziali si contraggano di 0,250 milioni, con una previsione di fine esercizio pari a 7,65 milioni di euro.

Il Preventivo per l’esercizio 2023 pronostica un risultato al lordo delle rettifiche di valore pari a 68,98 milioni (4,68 milioni il risultato netto).

Sono stime all’insegna della significativa prudenza, che valutano un leggero incremento della contribuzione degli iscritti, in considerazione dell’adeguamento della contribuzione minimale per effetto dell’inflazione in misura pari al 4,31%. La contribuzione è stimata in 315,41 milioni riferita ad una popolazione tra iscritti attivi e pensionati che proseguano l’attività di 27.860 soggetti.

La spesa per le prestazioni istituzionali anche essa in crescita per l’effetto della perequazione delle prestazioni dal 1° gennaio 2023 in misura pari al 4,31%, stima un costo di 256,37 milioni riferito ad una stima di 11.354 pensionati, con un incremento rispetto al budget assestato di 9,07 milioni di euro.

I proventi lordi derivanti dagli investimenti sono stimati in 71,3 milioni, di cui 10,95 provenienti da investimenti immobilizzati e 60,35 milioni dagli investimenti iscritti nell’attivo circolante, con un decremento di 25,04 milioni rispetto al budget assestato. Gli oneri derivanti dagli investimenti iscritti nel circolante sono stimati in 43,02 milioni, con una contrazione di 23,5 milioni di euro rispetto al budget assestato. Il risultato netto derivante dalla gestione finanziaria degli investimenti si stima pari 28,18 milioni di euro contro i 29,72 milioni di euro indicati nel budget assestato. Il patrimonio mobiliare investito, dato questo che alla data del 18 novembre 2020 registra un rendimento finanziario, da inizio anno 2022, negativo del 10,86% delle gestioni a mandato, con un patrimonio investito a valori di mercato pari a 982,25 milioni.

Per l’anno 2022, l’ente prevede di conseguire proventi finanziari in linea con il budget assestato, ma inferiori al dato consuntivato nel bilancio del 2021, prevedendo un perdurare dell’incertezza sui mercati finanziari, a causa della possibile recessione tecnica in Europa, derivata dalle politiche monetarie delle Banche Centrali e dal perdurare del conflitto, nonché dal rallentamento della crescita economica globale.

Prosegue nell’assestamento della previsione 2022 e nella previsione del risultato 2023, la politica del prudente apprezzamento dei crediti verso gli iscritti, che portano l’ente a svalutare sensibilmente i crediti contributivi per 32,7 milioni nel 2022 e 34,8 milioni nel 2023. L’ente sta proseguendo le azioni dirette alla regolarizzazione delle posizioni contributive, con l’intensificazione di azioni esecutive nel corso del 2022, sulle posizioni irregolari oggetto di rivendicazione riguardanti le annualità contributive fino al 31/12/2016 che ha comportato una mole di oltre 5.800 decreti ingiuntivi con una massa di oltre 247,82 milioni di crediti per contributi, interessi e sanzioni ingiunti, di cui recuperati post ingiunzione 53 milioni. Nonostante l’intensificarsi delle procedure di recupero, resta da intensificare l’azione di contrazione della morosità originatesi negli anni più recenti, in parte avviata nel corso del 2022. La situazione impone la necessità di proseguire la valutazione di una prudente e cospicua politica di accantonamento del rischio sui crediti.

La svalutazione, che alla fine del 2023 registrerà l’ammontare complessivo di 284,4 milioni di euro, non consiste nella rinunzia al recupero, che prosegue nei confronti di tutti i debitori. Essa è una posta contabile che intende tutelare il rischio di inesigibilità derivante dal consolidarsi di posizioni accumulate negli anni, ed anche a eliminare dal bilancio tecnico le influenze che i crediti – potenzialmente non esigibili – possono avere.

Nel corso dell’adunanza il comitato ha provveduto ad approvare l’aggiornamento dell’analisi ALM valevole per il triennio 2023 -2025. L’analisi della strategia di investimento del prossimo triennio si pone il perseguimento di una sensibile accelerazione del processo di contrazione della componente investita in immobili che è prevista alla fine del periodo 2025 pari 27,7%, con una riduzione dal posizionamento al 30/06/2022 pari 34,6%. L’obiettivo di rendimento reale resta fissato al 2,4% netto, mentre quello nominale è ridotto al 5,1% a seguito di una maggiore inflazione stimata nel triennio (2,7%). L’indice di sostenibilità è in miglioramento registrando sulla scorta dei valori a mercato al 30/06/2022 un funding ratio pari a 89,6% e un valore atteso alla fine del 2022 identico. La crescita del funding ratio rispetto alla precedente analisi migliora del 6,2%.

L’allocazione del patrimonio mobiliare nel prossimo triennio vede una leggera variazione del posizionamento in leggera decrescita sui mercati azionari, al 30% (rispetto al 32% attuale); un incremento della classe d’investimento alternativa declinata complessivamente al 12% (2% la componente liquida e 10% quella illiquida), 51,5% sulle asset class obbligazionarie (48,2% il posizionamento attuale), in incremento rispetto a quella dell’anno scorso, e una leggera crescita delle partecipazioni dal 3,8% al 4%.

L’ente ha inoltre approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale redatto sulla base dei dati al 31/12/2021, che attesta la sostenibilità a 50 anni del fondo previdenziale, nonché il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge 335/1995 in tema di equilibrio finanziario a 30 anni.

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