Prigioniero della seconda strada

Alla Sala Umberto di Roma, dal 25 febbraio al 16 marzo prossimi, va in scena “Prigioniero della seconda strada”,  tratto da una commedia di Neil Simon e che oggi è di sorprendente attualità, visto che parla di una piccola famiglia aggredita dalla crisi economica. Lui il marito, è un piccolo uomo onesto; lei la moglie, una donna coraggiosa che sa volare alto, come solo le donne sanno fare.  La pièce prende il via in una serata estiva, tremendamente calda, a New York. Sul divano di casa sua, sulla Seconda Strada, Mel non riesce a dormire a causa di una serie di irresistibili ed esilaranti nevrosi scaturite dal troppo caldo fuori e dal troppo freddo dentro, da un condizionatore rotto e perennemente fermo a 4°, dallo sciacquone difettoso del gabinetto, da vicine rumorose e decisamente libertine, da cani che abbaiano e da vicini che si lamentano proprio del suo lamentarsi. A fare da contraltare al protagonista, l’affettuosa moglie Edna che, cercando di carpire al marito la causa vera di tanta insoddisfazione, tenta di tranquillizzarlo, in qualche modo, visto che il lavoro, ormai, non lo affascina più. Infatti Mel, da 22 anni dirigente di un’azienda, adesso in piena crisi economica, è stato licenziato in tronco; ma per vergogna tiene all’oscuro la moglie, trincerandosi dietro nevrosi, gastriti e quant’altro. Questo almeno, finché i ladri non gli svaligiano la casa e lui si trova costretto a svelare, alla moglie, la verità. Senza soldi, senza vestiti, senza alcolici, senza farmaci, in un crescendo tragicomico gli arriva anche una secchiata d’acqua da un condomino stanco di sentirlo brontolare. Così, al povero Mel, non resta altro che approdare alle cure di un terapista sui generis, a coronamento delle quali incontra i componenti della famiglia, chiamati dalla moglie per aiutarlo ad uscire dal tunnel. Sono il fratello e le tre sorelle: soggetti eccentrici o svampiti, accumunati da una sorta di odio-amore verso Mel, fratello più grande. In realtà nessuno di loro è lì per aiutarlo, così ad Edna non resta altro che riprendere il lavoro di segreteria in una grande azienda per portare, almeno lei, uno stipendio in casa. Ma la donna non farà nemmeno in tempo, poiché l’azienda, in pieno fallimento, la licenzia su due piedi. E tornata in casa scopre che non c’è neanche un filo d’acqua per una doccia distensiva. Adesso è lei ad imprecare contro la vicina, responsabile dell’acqua condominiale. Questa, nonostante l’intero edificio sia senza acqua, tira giù un’altra secchiata che, anche questa volta, finisce sulla testa dell’incolpevole Mel. Il quale risponde con un sorriso sincero e rassicurante come Edna non lo aveva mai visto: “Sono così fiera di te” gli dice “perché sei migliore… Migliore di tutti quanti…”. Finalmente i due si sono accorti di quanto il loro amore sia più forte della mancanza di soldi, di lavoro e di acqua. L’adattamento e la regia sono di Giovanni Anfuso, sulla scena Maurizio Casagrande e Tosca D’Aquino,  Barbara Folchitto,  Adriano Giraldi, Paola Bonesi e Marzia Postogna. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Alessandra Ricci, con musiche di Massimiliano Forza ed arrangiamenti di Fabio Valdemarin.

 

 

PRIGIONIERO_01_2014Cfoto Tommaso le Pera

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