Primarie centrosinistra, sfida tv in fair play tra i Fantastici 5. Scintille solo sulle alleanze

Un dibattito leale,  senza voce grossa, svoltosi nel rispetto delle regole e soprattutto nel rispetto altrui. Un duello televisivo che almeno all'inizio dimostra diverso dagli atri,  quello  andato in onda ieri sera su Skytg24 tra i candidati alle primarie del centrosinistra. I ‘Fantastici 5’ sembrano pensarla allo stesso modo su Marchionne, sui costi della politica. Ma quando il discorso si sposta sulle coalizioni future, i toni si fanno accesi e il rispetto reciproco sembra lasciare il posto agli interessi personali. Una breve parentesi prima della guerra dei sondaggi, ma alla fine quel che si evince è che si è trattato di un dibattito dai toni tradizionali, e dove ognuno dei candidati ha puntato sul proprio ‘pezzo forte’. E così Bersani ha centrato la propria campagna sull’affidabilità, Matteo Renzi sul rinnovamento, Nichi Vendola si è fatto portavoce di un’Italia che sa ancora sognare, più pragmatico Bruno Tabacci , mentre Laura Puppato ha sposato la linea della concretezza.

Non poteva mancare il classico attacco (a cui ci hanno abituato anche in questi giorni) di Bersani (questa volta aiutato da Vendola) a Renzi sul suo antico sostegno all’ad di Fiat.  Il sindaco di Firenze si difende criticando Marchionne: “Sono deluso”, ammette.

Poi però va all’attacco e definisce  “un tradimento dei cittadini” il varo della legge per i rimborsi elettorali dopo il referendum che abolì il finanziamento pubblico ai partiti.  In merito invece alle scelte economiche i 5 candidati alle primarie sono d’accordo nel proporre una una riforma della riforma Fornero sul mercato del lavoro,  vogliono diritti per le coppie gay, anche se Vendola e Puppato parlano senza mezzi termini di matrimonio e adozioni mentre gli altri si fermano al modello tedesco.  Tutti concordi anche nel continuare con la lotta all’evasione e la semplificazione degli adempimenti fiscali, chiedono ovviamente più lavoro e più possibilità per i giovani.

In merito invece alle future coalizioni, le idee divergono: il segretario Pd continua a pensare che sia possibile una alleanza con i moderati senza “settarismi” perché non si può regalare l’Italia “alla Lega, a Berlusconi, ai populismi”.Per Vendola invece non è possibile un’alleanza con Casini: “Non ho pregiudizi ma nel mio governo non c’èposto per lui”. Caustico Renzi: “Di Casini ne abbiamo già abbastanza noi”. Le alleanze, spiega, si dichiarano prima e non dopo sulla base delle convenienze. Il dibattito scivola verso la fine. Nel Pantheon personale l’asse si sposta al centro. Bersani eleva papa Giovanni che “cambiava le cose nel profondo senza spaventare nessuno”. Tabacci due Dc di rango: De Gasperi e Marcora. Laura Puppato è l'unica che cita una esponente del Pci, Nilde Iotti, insieme a Tina Anselmi. Nichi Vendola ricorda il cardinale Carlo Maria Martini. E Matteo Renzi Nelson Mandela e la blogger tunisima Mina. E quando si tratta di lanciare l’appello finale, il sindaco di Firenze ricorda i suoi tre figli perché vuole assicurare loro un futuro migliore e l’idea che “la politica è  una cosa bella da fare”. “Voglio un’Italia migliore, più bella e più gentile” sogna Vendola che si definisce “un acchiappa nuvole”. Mentre Bersani ricorda: “Serve un governo forte e un forte cambiamento e io, dove sono stato, le cose le ho cambiate”.

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