Hillary Clinton travolge Bernie Sanders in South Carolina. Una vittoria schiacciante, che la lancia verso il Supertuesday il prossimo 1/o marzo, quando si vota in 11 stati americani. Una vittoria grazie alla pioggia di voti degli afroamericani. Hillary fa infatti meglio di Barack Obama nel 2008: ‘Allora Obama aveva attirato il 78% dei voti degli afroamericani’. Hillary lo supera senza problemi, conquistando l’84%. Una vittoria che aumenta la pressione su Sanders, costretto ora a vincere dove può e a ogni costo, cercando di fermare la marcia di Hillary, che punta invece al ko del senatore al ‘Supertuesday’ e alla conquista delle nomination in tempi rapidi. Il senatore del Vermont si congratula con l’ex segretario di stato, ma avverte: ‘La campagna è agli inizi. La nostra rivoluzione politica sta crescendo stato per stato’. Guarda al risultato del South Carolina anche Donald Trump, il candidato repubblicano alla Casa Bianca. ‘Probabilmente sarà una sfida fra me e Hillary’ alle elezioni generali, dice il tycoon. Per l’ex segretario di stato, la vittoria fra gli afroamericani è un risultato importante. Finora non era infatti chiaro se la candidata fosse riuscita a far breccia nel ‘popolo di Obama’, che avrebbe potuto rivelarsi il suo tallone d’Achille. Hillary invece non solo ha vinto, ma ha stravinto. E ora guarda con maggiore ottimismo al voto negli altri stati del sud, dove gli afroamericani rappresentano la maggioranza dei democratici. ‘Da oggi la campagna si sposta a livello nazionale’, afferma la candidata, salendo sul palco e ringraziando in South Carolina i suoi sostenitori. Hillary è da sola perché non c’è Bill con lei, l’ex presidente è in viaggio verso la Florida. Non c’e’ Chelsea, che festeggia il suo compleanno prima di tornare in campagna a fianco della mamma. Ma anche se da sola, Hillary è evidentemente soddisfatta del risultato, ed emana sicurezza. Altro che costruire muri, dobbiamo abbattere le barriere, abbatterle tutte, dice Clinton in un indiretto riferimento al muro che Donald Trump vuole costruire al confine con il Messico. ‘Non dobbiamo far tornare l’America grande, l’America già lo è. Quello che dobbiamo fare è unirla’, aggiunge, riferendosi allo slogan del tycoon repubblicano: ‘Make America Great Again’ (Rendiamo l’America di nuovo grande). Avete inviato un messaggio, dice agli elettori del South Carolina: ‘In America, quando siamo uniti, non ci sono barriere troppo grandi, barriere che non possono essere abbattute. Ci batteremo per ogni voto. Non diamo nulla e nessuno per scontato’. Hillary ripercorre quindi quelle che a suo avviso sono le battaglie più importanti da combattere. Dire no all’aumento indiscriminato dei farmaci, uno dei suoi cavalli di battaglia dopo lo scandalo del farmaco salvavita aumentato in un giorno del 1.500%. Assicurare all’America e agli americani un aumento dei salari. Difendere l’economia dagli eccessi di Wall Street, con riforme stringenti e perseguendo se necessario anche gli amministratori delegati. Riformare il sistema di giustizia. L’attenzione ora si sposta verso il campo repubblicano dove la gara è più accesa. Il Sud è decisivo per i repubblicani e nessuno di loro potrà vincere la finale contro un democratico a novembre se non incassa il Texas e altri Stati del Sud. Marco Rubio e Ted Cruz, entrambi in corsa per la nomination Repubblicana alle presidenziali Usa, si sono schierati contro il loro rivale Donald Trump all’ultimo dibattito prima della mega tornata delle primarie di martedì prossimo che coinvolge per i repubblicani 13 Stati. Il senatore della Florida e quello del Texas hanno accusato il tycoon newyorkese di avere assunto immigrati irregolari, di non avere ancora pubblicato la sua dichiarazione dei redditi e di avere cambiato opinione su diversi temi.
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