Primarie Pd: pace armata tra Renzi e Vendola

All’hotel Ergife di Roma, va in scena il “D-day” del Partito Democratico sulla delicata questione delle regole da assegnare alle primarie che, con ogni probabilità, si svolgeranno tra un mese. Nella Capitale big e delegati del partito modificheranno lo statuto del partito per consentire, in via transitoria, al sindaco di Firenze Matteo Renzi e ad altri esponenti interni ed esterni al Partito Democratico, di competere con Bersani per scegliere il candidato Democrat per la corsa a Palazzo Chigi. La vigilia di questa assemblea nazionale non è stata facile per il Pd: sono venute a galla tensioni tra i ‘renziani’ e ‘bersaniani’ sulle regole del gioco che hanno rischiato di spaccare il partito. Nelle ultime ore si è giunti ad un compromesso capace, a quanto pare, di soddisfare entrambi le parti.

 

Bindi: Non siamo in un fortino. Il presidente del partito, Rosy Bindi, ha aperto i lavori dell’assemblea nazionale che dovrà decidere le regole del gioco per le primarie. Nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del congresso romano per il Pd (“assemblea che ha una grande responsabilità e sono sicura che sapremo declinarla con responsabilità). Ma ha lanciato soprattutto frecciatine ai ‘renziani’ e chi vorrebbe un partito pronto a spaccarsi. “Questa – ha detto – non è espressione nomenklatura eletta in un fortino. Siamo stati votati per le nostre idee in un confronto democratico”. E rivolgendosi a quella sedia vuota lasciata da Matteo Renzi, oggi con il suo camper a Taranto, dice: “Qui non si fanno giochetti né trappole, non si fanno cavilli per coprire la mancanza di linea politica né è liturgia inutile perché le decisioni si prendono altrove. Così si porta acqua al mulino dell’antipolitica e si fa male al Pd. Noi non siamo disponibili a questo: oggi si modifica lo Statuto e regoleremo lo svolgimento delle primarie perché per noi le regole sono necessarie per una partecipazione democratica. Daremo regole di certezza a tutti”. 

 

 

Bersani: Parlare dell’Italia, è quella la bussola.“Si deve parlare e ci devono sentire parlare della bussola per il futuro dell’Italia”, non si prescinde da questo e “senza il Pd non c’è alcuna possibilità di suscitare forze vive chiamando il Paese a una riscossa”. Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani parlando all’assemblea del partito. “C’è chi non comprende la fase e a volte l’incomprensione riguarda il campo dei progressisti – ha aggiunto il segretario-, in questi mesi siamo a un tornante storico per l’Italia e quindi di qualsiasi cosa si discuta deve percepirsi l’ancoraggio alle preoccupazioni del Paese”. Il capo dei Democrat ribadisce all’assemblea che il partito non potrà mai essere etichettato come conservatore perché “noi non vogliamo meno riforme di quelle viste fin qui ma di più e più pertinenti e fuori dai condizionamenti di una destra che ha condizionato la legalità e il civismo e ancora ora ha il piede sul freno”.

 

Solo noi possiamo assicurare la governabilità. “Discutiamo dell’Italia ed evitiamo di dare spazio a chi vuole un ulteriore balcanizzazione del sistema politico nei confronti del quale c’è già una voglia generica e potente di rifiuto della politica”. “Siamo i soli in grado di assicurare la governabilità del paese. Dobbiamo parlare del futuro degli italiani. Siamo gli unici fedeli all’ideale europeo. L’Italia, l’Europa e il mondo lo devono sapere. Dopo Monti, nulla è più uguale. Monti lo abbiamo voluto noi. Monti ha ridato credibilità all’Italia”.  E sulla legge elettorale ribadisce che “i paletti che poniamo non sono per noi ma per il Paese: vogliamo collegi e non preferenze, parità di genere e che non si possano fare gruppi alla Scilipoti dalla sera alla mattina”.

 

 

Regole: Unico cambio è per Renzi. “L’unica regola esistente che si cambia in corso d’opera”, ha spiegato il segretario del Pd, è “la deroga che consente la corsa di altri candidati del Pd oltre al segretario alle primarie di coalizione”. Ovvero si cambia per consentire a Matteo Renzi di partecipare alle primarie. “Ci si dichiara, ci si registra in modo ordinato. Non dobbiamo avere paura delle regole, regola è una bella parola”. 

 

 

De Benedetti: Monti resti a Palazzo Chigi. Tifo per Bersani. Carlo De Benedetti, presidente onorario della Cir, si augura che alle primarie del centrosinistra vinca Pierluigi Bersani, ma critica l’idea stessa della consultazione. “Lo Statuto prevede che il segretario sia il candidato premier – ha detto nel corso di un suo intervento al Collegio di Milano – e a sei mesi dalle elezioni questo gran bordello non mi pare stia dando grandi frutti”. E vorrebbe che a Palazzo Chigi, anche dopo le elezioni della primavera prossima, rimarrebbe Mario Monti. “Mi auguro che anche dopo le elezioni politiche Monti rimanga a continuare il suo lavoro. Il mondo non capirebbe se oggi Monti dovesse lasciare quello che sta facendo”. 

 

 

Il gruppo di Matteo Renzi è pronto a dare battaglia su uno dei punti del documento che verrà messo ai voti oggi in Assemblea e che dà il mandato al segretario di trattare con le altre forze sulle primarie di coalizione. Si tratta del punto ‘C’ del documento che riguarda la registrazione degli elettori delle primarie. I delegati renziani sarebbero pronti a chiederne lo stralcio e nel caso anche ad astenersi su quel punto. Per quanto riguarda gli emendamenti ne dovrebbero presentare solo uno di carattere ‘tecnico’.

 

Il punto ‘C’ del documento. “La partecipazione alle primarie è aperta a tutte le elettrici e gli elettori che dichiarano di riconoscersi nel Manifesto politico dell’alleanza e si impegnano a sostenere l’Alleanza alle elezioni politiche del 2013, sottoscrivendo un appello pubblico per il successo dell’alleanza stessa ed iscrivendosi all’Albo delle sue elettrici ed elettori. L’iscrizione all’Albo potrà avvenire entro il 21esimo giorno precedente la data delle primarie fino al giorno del voto. Questo Albo deve essere costruito con modalità tali da renderlo un concreto ed effettivo strumento di consultazione e di partecipazione delle elettrici e degli elettori alla campagna elettorale, al fine del successo dell’alleanza alle elezioni politiche”.

 

Le regole. Doppio turno, sottoscrizione del manifesto politico per ottenere la tessera elettorale dal 21mo giorno prima del voto e patto vincolante tra i candidati a sostenere il vincitore anche nella prossima legislatura. E’ quanto prevede il documento che l’assemblea nazionale del Pd voterà oggi per regolare le primarie di coalizione, salvo modifiche che potrebbero essere presentate nella mattinata. Il testo dà mandato al segretario Pier Luigi Bersani di “definire, assieme alle forze politiche che sottoscrivono il manifesto politico dell’alleanza, il quadro di regole delle primarie per l’individuazione del candidato premier”sulla base di alcuni indirizzi. “All’atto del deposito della candidatura, ciascun candidato alle primarie sottoscrive l’impegno a rispettarne l’esito, a collaborare lealmente con il candidato premier scelto dalle primarie in campagna elettorale e per tutto l’arco della legislatura e dichiara di riconoscersi nel manifesto dell’alleanza, impegnandosi ad attuarne i contenuti assieme alle forze politiche che lo hanno sottoscritto, nella costruzione del profilo politico-programmatico del futuro governo”.  “La campagna per le primarie deve ispirarsi a criteri di sobrietà e di trasparenza e di rispetto reciproco tra i candidati. A questo fine dovrà essere prevista l’istituzione di un collegio dei garanti dotato di adeguate possibilità di regolamentazione, verifica e intervento”. Le candidature di esponenti del Pd alle primarie del centrosinistra dovranno arrivare entro le ore 20 del 15 ottobre. Vengono stabilite anche le soglie di accesso per le candidature di iscritti al Pd, oltre a quella del segretario nazionale. Le candidature “devono essere sottoscritte da almeno il 10% dei componenti dell’assemblea o da almeno il 3% del numero degli iscritti regolarmente registrati all’anagrafe del 2011”. “Possono sottoscrivere la candidatura tutti gli iscritti del 2011 che abbiano rinnovato l’iscrizione al momento della candidatura e tutti i nuovi iscritti per l’anno 2012, di cui non più di 3000 in ogni regione”. I moduli saranno disponibili al Pd a partire dalle 18 di domani. La presidenza dell’assemblea, cui dovranno pervenire le candidature verificherà le sottoscrizioni entro 24 ore ed eventuali ricorsi saranno esaminati dalla commissione nazionale di garanzia entro 24 ore.

 

 

 

 

 

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